All'inizio di uno dei migliori film dell'ultima stagione, "Paradiso Amaro" con George Clooney, la voce fuori campo del protagonista esprime alcune considerazioni sul fatto di vivere in un luogo dove le persone vanno a trascorrere le loro vacanze: " i miei amici pensano che solo perchè abito alle Hawaii, io viva in paradiso".
Qui non siamo alle Hawaii ma spesso mi ritrovo bersaglio di affermazioni simili. Qualcuno mi guarda malinconicamente e con tono sconsolato dice: "che fortuna che avete voi" oppure "qui sì che si vive in pace!" o ancora "ma voi non avete di questi problemi...", riferendosi ad un problema in particolare ma sottintendendo ogni tipo di problema.
Alcuni arrivano ad essere più espliciti, o più curiosi, e capisci che non riescono nemmeno a concepire la vita in un posto di vacanza: "ma com'è nel resto dell'anno? Che cosa fate? Dopo l'estate partite anche voi?" come se una bella scenografia, un paesaggio gradevole e l'atmosfera di divertimento e relax che aleggia ovunque bastino per convincerli che non siamo come loro, che la nostra vita non è come la loro. E' fin troppo ovvio che non sia così anche se, inutile negarlo, vivere in un posto di mare è meglio che vivere in un popoloso e grigio quartiere di una periferia cittadina. Tuttavia, dopo un pò la smetti di sentirti più fortunato al riguardo. Come Clooney, che nel film dice: "sono 15 anni che non salgo su una tavola da surf". Io non ci sono mai neppure salito su una tavola da surf. Per una giornata, da ragazzino, ho provato a stare in piedi su un wind-surf ma con scarsi risultati.
Non abbiamo un nulla-osta per le difficoltà, nè l'immunità verso i problemi. La disperazione affoga nei porti invece, che so io, di buttarsi da un grattacielo o giù da un viadotto.
E' una questione cognitiva.
Quando mi trovo in mezzo alla folla di turisti mi succede di invidiarli per la loro spensieratezza, anche se so, come lo sanno loro, che dura solo per il tempo della vacanza. Io invece sono alle prese con mille impegni, responsabilità, pressioni.
Loro mi invidiano perchè credono che io viva tutto l'anno quello che a loro è concesso solo per una settimana o due. O perchè si convincono che qui al mare la vita sia più facile, qualunque cosa succeda. Perciò aveva ragione Tagore quando scrisse che " leggiamo il mondo in modo sbagliato e diciamo che esso ci delude".
Le vacanze degli altri