Era una notte buia e tempestosa. Così buia e così tempestosa che cosa sensata era stare al riparo nella propria casa, davanti al fuoco, a pensare, a immaginare.Ma un piccolo cavaliere, dall'armatura scintillante di pioggia, chino sul proprio destriero, sfidava le intemperie e avanzava impavido. Le raffiche di vento lo facevano barcollare, i fulmini gli dardeggiavano intorno. Da dove veniva? Dove stava andando? Una cosa la sappiamo: se stesso stava cercando.
Anni prima.Tenendo per la prima volta il suo bebè tra le braccia, la mamma aveva detto, sorridendo: "Guarda che sguardo fiero, diverrà un cavaliere altero!".Il papà aveva portato uno scudo d'oro in regalo al neonato: "Uno scudo prezioso per un cavaliere valoroso!".La nonna un cavallino aveva comperato: "Insieme cresceranno e mille battaglie vinceranno!".Il nonno l'aveva accolto a questo mondo donandogli un libro di fiabe. Il libro fu preso e chiuso in fondo ad un baule. Non c'era tempo di leggerlo, doveva imparare a fare il cavaliere! Sarebbe stato quello il suo unico mestiere.Così il bambino fu istruito per diventare un bravissimo cavaliere. Vinse cento tornei. Riempì la casa dei suoi genitori di luccicanti trofei. La nonna passava allegri pomeriggi a lucidare le medaglie d'oro vinte dal nipote. Erano tutti molto orgogliosi del piccolo cavaliere. E anche il piccolo cavaliere era felice. Solo il nonno taceva. Quando il bambino gli mostrava l'ennesimo premio vinto, lui sorrideva enigmatico e gli accarezzava i capelli.Un giorno il bambino si ammalò, per la prima volta nella sua vita. Prese la varicella. Disse il dottore che lo visitò: "Una settimana deve stare a letto se cavalier vuol tornar perfetto".Non era mai stato lontano dalle singolar tenzoni per tutto quel tempo. Già il secondo giorno moriva di noia. La mamma, il papà e la nonna avevano così tanto da fare nel lucidare i suoi trofei che certo non avevano tempo di tenergli compagnia. Il nonno non si faceva vedere. Che fare?Al colmo della noia, aprì il vecchio baule che teneva ai piedi del letto; vi erano custodite le cose che aveva accumulato nel corso degli anni: la sua prima spadina, il primo elmo, il suo cavallino di legno. Proprio sul fondo, ingiallito e polveroso, c'era il libro che gli aveva regalato il nonno, il giorno della sua nascita. Incuriosito, lo afferrò, si accoccolò sotto le coperte e cominciò a sfogliarne le pagine, abbellite con coloratissime illustrazioni.Un mondo sconosciuto si dischiuse davanti ai suoi occhi. Un mondo senza cavalieri (era mai possibile?), abitato da fate, streghe, ballerine, falegnami e burattini di legno, marinai, pirati e esploratori, pagliacci e acrobati. Passò tre giorni e tre notti a leggere.Mille pensieri gli turbinavano in testa. Gli venne voglia di essere un pirata. Anzi, un ballerino. No, no un esploratore! Ah, ma a che pensava? Era nato per essere cavaliere, lui! Glielo dicevano da sempre la nonna, la mamma, il papà. Loro gli volevano bene. Ma anche il nonno gliene voleva e lui, stava sempre zitto, lui.E se si sbagliavano tutti? Non ci capiva più nulla. Aveva tanta confusione dentro di sé, ma anche tanto coraggio, così prese una decisione.
Fine prima parte, mi dilungavo troppo.Questo post partecipa al contest di Nina "l'amore non deve essere un segreto"