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Vivere senza figli. Una condizione contemporanea

Da Anna
Vivere senza figli. Una condizione contemporanea

Vivere senza figli è una scelta?
Le condizioni che ci portano a fare determinate scelte sono talvolta così complesse che non seguono la logica della natura. Come donna senza figli mi chiedo spesso se la mia condizione è voluta o per forza di cose, subita. Sono una donna che ha sempre cercato di rimanere in contatto con il proprio sentire, diventando autenticamente ciò che sono. Una donna creativa, capace di scendere in profondità per poi riemergere con leggerezza.
Ho scelto di seguire il mio istinto, un po’ per volontà e un po’ guidata dagli eventi.
Se guardo indietro, a più di cinque anni fa, forse i miei desideri erano differenti. Ero sposata e con mio marito desideravo un figlio, che non è mai venuto. Per come sono andate le cose, la maggior parte delle persone mi dice_ meglio così!
Sarà vero? Questo non lo potrò mai sapere.
Di una cosa sono assolutamente certa: non mi sarei mai accontentata di fare solo la mamma!
Oggi, la vita ha voluto per me un’altra strada. Non ho figli, non so come sarebbero stati, ma so come mi sono sentita quando ho pubblicato il primo libro e a seguire gli altri, un desiderio che ho manifestato sin da bambina, quando alle elementari scrivevo poesie e giocavo al “Club degli scrittori”.
Cosa posso dire, di non aver seguito la mia natura di donna? Forse perché non ho partorito la carne? Sicuramente ci deve essere un’ immensa soddisfazione, un amore profondo nel vedere la tua creatura, che hai sentito nel ventre, nascere, crescere e andare per la sua strada.Ad alcuni sembrerà incomprensibile, ma la stessa soddisfazione l’ho provata io, “partorendo”le mie creature, scritti, regie, disegni …
Ogni volta che attraverso il mio lavoro parlo con la gente e il mio passaggio lascia un segno, se pur piccolissimo, allora mi sento realizzata, utile e piena di vita. Senza alcun senso di incompiutezza esistenziale. Solo una grandissima soddisfazione e senso di pienezza!

Il saggio di Francesca Rigotti e Duccio Demetrio, tratta questo temadavvero interessante e di cui non si parla o lo si fa poco. I due filosofi rispondono ognuno dal loro punto di vista, interessante anche per la diversità di genere alla quale appartengono.

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