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Vivisezione, Brambilla: «Solo un business, il governo dica no alle lobby del farmaco»

Creato il 13 gennaio 2014 da Delpiera @PieraVincenti

Michela-Vittoria-BrambillaOltre dodici milioni di animali ogni anno vengono sacrificati nei laboratori europei, novecentomila solo in Italia. Eppure il 92% dei farmaci che ha avuto risultati sugli animali non è efficace sull’uomo. Che la sperimentazione in vivo sia una necessità sono in molti a non crederlo e, tra questi, anche grandi scienziati e ricercatori, intervenuti oggi al convegno “La ricerca scientifica senza animali e il nostro diritto alla salute” organizzato presso la Camera dei deputati dalla Federazione Italiana Diritti Animali e Ambiente. «Si tratta di una violenza legalizzata, ritualizzata nelle procedure, nascosta dalla cosmetica del linguaggio», ha detto introducendo i lavori il deputato Michela Vittoria Brambilla.

«La sperimentazione sugli animali è solo un enorme business, mentre è dannosa e fuorviante per la nostra salute. Ma non possiamo più permettere che i grandi interessi economici di queste multinazionali e delle lobby che le tutelano prevalgano sul nostro diritto di avere una ricerca scientifica affidabile e davvero predittiva per l’uomo, relegando l’Italia, e l’Europa stessa, nelle retrovie del progresso scientifico per quanto riguarda la ricerca biomedica e tossicologica», ha detto la Brambilla, aprendo i lavori del convegno. Tra gli interventi, spiccano quelli di Claude Reiss, fisico e biologo cellulare dell’Università di Lille, e di Marcel Leist, professore alla School of medical biology in Germania, promotori dello sviluppo di metodi alternativi.

«A queste lobby che oggi più che mai fanno pressioni in Parlamento, perché sono da sempre abituate a scriversi le leggi da sole, a Bruxelles come a Roma – prosegue l’ex ministro – dico che non possono più imporre all’Europa un metodo di ricerca biomedica, la sperimentazione sugli animali, che non è mai stato realmente validato ed è ritenuto anti-scientifico e dunque fuorviante, da un numero di scienziati sempre più esteso e nei centri della scienza più accreditati, in quanto le risposte ottenute su un animale non sono trasferibili alla specie umana. Sempre a questi signori che lucrano sulla sofferenza di milioni di animali dico che non possono più mettere a repentaglio la salute dei cittadini, ostacolando l’accesso a metodi di ricerca ben più esaurienti, affidabili, veloci ed economici, realizzati con nuove e straordinarie tecnologie, già di uso comune in molti paesi, come ad esempio gli Stati Uniti. Questo chiede la stragrande maggioranza degli italiani, questa è la vera sfida per la ricerca nel terzo millennio».

Il convegno si tiene proprio mentre il Parlamento sta esaminando il decreto applicativo dell’art.13 della legge di delegazione europea, con la quale, lo scorso 3 agosto, il parlamento ha introdotto principi e criteri innovativi e restrittivi (norme scritte proprio dall’ex ministro Brambilla) tra cui, per esempio, la promozione dei metodi alternativi, il divieto di eseguire esperimenti senza anestesia o analgesia, il divieto di allevare sul territorio nazionale cani, gatti e primati destinati ai laboratori, o ancora il divieto di fare sperimentazione sugli animali per test di tipo bellico, xenotrapianti e ricerche su sostanze d’abuso.

«Ora – denuncia la parlamentare di Fi – il governo sta cercando di stravolgere i contenuto di questa legge votata dal Parlamento italiano, con un decreto legislativo di attuazione che annulla gli effetti positivi di ben dieci dei nuovi principi introdotti, violando, quindi, l’art.76 della Costituzione. Confidiamo che il governo ritorni sui propri passi e rispetti il lavoro già svolto dalle camere e ancora di più rispetto il sentire della maggioranza degli italiani che sono fortemente contrari alla sperimentazione sugli animali».


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