Altro accenno di deja vu arriva dal lavoro di Gustavo Trigo alle matite che, pur offrendo la solita buona prova, caratterizza almeno un paio di personaggi in maniera pressoché identica a come aveva fatto pochi numeri prima nell'episodio La bellezza del Demonio creando in fin dei conti un effetto per il lettore un poco straniante. Anche la resa della mimesi del mostro tra la folla, a livello visivo ricorda molto quella già usata ne La zona del crepuscolo.
La storia per Dylan inizia con quello che all'apparenza sembra un misterioso scambio di persona, la bella Cindy, amica del nostro, è infatti convinta che suo marito Derek non sia più la stessa persona che ella così bene conosceva, e questo non in senso metaforico, Cindy si è convinta che Derek sia stato fisicamente sostituito da qualcun'altro. L'approccio dell'indagatore alla faccenda è pieno di sano scetticismo, tanto da spingerlo a rivelare a Derek le strambe preoccupazioni della moglie. Rincuorato dall'uomo Dylan torna a casa, ma ormai un campanello d'allarme ha messo in moto il suo istinto, o il suo sesto senso e mezzo se volte, cosa che lo porterà a trovarsi invischiato nell'ennesima storia da incubo. Intanto come grattacapo, l'ispettore Bloch si ritrova da gestire qualche cadavere dissanguato di misteriosa provenienza.
In ogni caso, nonostante gli appunti di cui sopra, l'albo è ben costruito da Sclavi e Ferrandino che vanno a consolidare caratteristiche e successo di un personaggio destinato a tirature da record (almeno nei suoi anni d'oro). Ripetizioni grafiche a parte, Trigo si dimostra ancora una volta abile narratore per immagini apponendo la firma in calce a un altro buon lavoro. In una serialità stretta come quella mensile è impensabile che ogni numero possa regalare vette di assoluta originalità, e in fin dei conti va bene anche così.