Vizietti televisivi 9: Dexter

Creato il 09 novembre 2010 da Dallenebbiemantovane

Di solito in un giallo puoi tifare per il poliziotto (es. Maigret) o per il criminale (Lupin).
Con Dexter prendi due piccioni con una fava, visto che il godimento dello spettatore risiede nello sperare che il protagonista, scienziato della polizia di giorno e serial killer nottetempo, sia più astuto dei suoi colleghi e continui a restare impunito.
Ovviamente la morale è salva con il solito trucco dei vari giustizieri americani: Dexter uccide sì per piacere personale, ma sceglie solo cattivi.
Cioè: prima li fa assolvere ai processi manipolando le prove ematologiche, poi, quando si credono in salvo, li ammazza lui (e vai di motosega, campione-ricordo di sangue etc. etc.).
L'ambientazione è la solita Florida vista in CSI-Miami, con meno panoramiche a volo d'uccello ma, come là, senza sfruttare un millesimo delle potenzialità noir del panorama (paludi, Everglades, mare...).
I dialoghi non sono brillantissimi rispetto ad altra fiction americana. I personaggi di contorno, specie le donne, prevedibili.

Però il protagonista ha una faccia, ma una faccia da psicopatico e da bambino mai cresciuto che è semplicemente perfetta per il ruolo.
La voce del doppiatore poi, giovanile, immatura, gli calza a pennello.
E quando sentiamo i suoi pensieri, ci divertiamo e non ci sentiamo neanche poi tanto perversi, giusto un filo, del resto si sa, è fiction, perché dovremmo sentirci in colpa?
Quelle cose lì nella realtà non succedono mica.


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