Voglia di evasione? Tre libri per viaggiare con la mente (I)

Da La Stamberga Dei Lettori
L'estate è per antonomasia il momento dei viaggi e della fuga dalla routine quotidiana. In tema con la stagione, noi della Stamberga vi offriamo un viaggio di fantasia verso luoghi e culture stranieri, con l'aiuto - naturalmente - dei nostri amati libri. Per la precisione, parliamo di letteratura di viaggio.A inaugurare questo percorso è Sakura, che vi accompagnerà per le prime tre tappe del nostro viaggio.
La prima tappa è il Giappone. Amanti del Sol Levante, non potete perdervi questo straordinario viaggio in autostop al seguito di Will Ferguson, irriverentissimo insegnante canadese che ha deciso di girare il Giappone dal capo sud al capo nord facendo l’autostop, a tempo con la fioritura dei ciliegi che avanza dall’isola di Okinawa a quella dell’Hokkaido. Autostop con Buddha è un resoconto di viaggio che rifugge dai consueti stereotipi, non risparmiando al lettore i lati più contraddittori e bizzarri dell’eccentrica civiltà nipponica, e che mette addosso una dannata voglia di conoscere l’autore per offrirgli una birra facendo due chiacchiere.
Capo Sata (all'estremo sud del Giappone), le isolette di Kojima e Torishima, Uwajima, Uchiko, Matsuyama, Dogo, Ishite-ji, Shodoshima, Kankakei, Himeji, Nagoya, Kanazawa, Sado, Hakodate, Sapporo, Capo Soya: queste sono solo alcune delle località visitate da Ferguson. Ne avete sentite nominare ben poche? Immagino sia così, dal momento che l'autore ha scelto per il suo viaggio tappe rurali o in ogni caso meno conosciute, evitando città grandi e inflazionate come Tokyo o Kyoto.


Difficile invece localizzare con precisione la seconda tappa, perché la realtà fuma nella fantasia: indossiamo benda e tricorno, assicuriamoci alla cintura schioppo e coltellaccio, e prepariamoci a issare le vele alla volta de L'isola del tesoro, un viaggio avventuroso e mortale nel Mar dei Caraibi alla ricerca delle leggendarie ricchezze del Capitano Flint. E' il giovane mozzo Jim Hawkins ad accompagnarci nel nostro viaggio in mare in mezzo alla sanguinaria ciurma dell'ambiguo e temibile pirata Long John Silver, uno dei personaggi letterari più famosi passati alla storia. Robert Louis Stevenson è un maestro nel creare una storia d'avventura leggibile a più livelli, così avvincente da essere in grado di trasportare il lettore in un'isola immaginaria che diventa archetipo delle paure e del desiderio d'ignoto. E di fare appello a quella parte di voi ancora bambina che ama le storie di tesori, pirati, navi e isole misteriose.



La terza e ultima tappa di questa prima parte del viaggio è il Kenya, precisamente l'altopiano N'Gong dove Karen Blixen, pseudonimo della baronessa Karen Christentze Dinesen, trascorse quasi vent'anni in una piantagione di caffè, in contatto con i timidi Kikuyu, i superbi Masai, e soprattutto con la grande protagonista della sua autobiografia: la terra e la fauna africana. La mia Africa è la testimonianza toccante ed emozionante di una donna e della totale comunione con la sua terra, in grado di raggiungere alte vetti di lirismo che testimoniano la realtà dell'esperienza narrata: il diario, infatti, restituisce le impressioni (probabilmente un po' romanzate) della baronessa Dinesen, che descrive aneddoti delle sue giornate, momenti della vita agraria, nonché usi e costumi delle etnie con cui interagisce. Ampio spazio viene dato anche alle figure europee che incontra, soprattutto quella del cacciatore Denys Finch Hatton, il quale morirà tragicamente durante un volo sul suo aeroplano (è ancora possibile visitare la sua tomba).
Impossibile non provare la disperata voglia di essere lì, toccare con gli occhi quei paesaggi sublimi, vedere cosa resta di quel Kenya dopo più di settantacinque anni dalla pubblicazione del libro.



 

E per oggi è tutto. A presto per il prossimo appuntamento con tre nuovi libri per il nostro viaggio fantastico.

Articolo di Sakura87

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