Ce la farò,
A fare cosa disse la rana?
A saltare libera come te
per uscire dall'acqua non più girino
e poi rientrarci ogni volta che vorrò.
Hop, un salto sulla terra e sarò marrone.
Hop, un salto nell'acqua e sarò verde.
Ce la farò.
A fare cosa, disse il serpente?
A vedere in me il tuo veleno,
la tua forza non espressa
tu, che nero e piccolo mi aggredivi mordendomi,
ora sei grosso e marrone e scivoli sinuoso
sul broccato prezioso, la trama della mia vita,
e un giorno sarai razzo di luce bianca
che mi porterà ad incontrare Dio.
Ce la farò.
A fare cosa, disse la mucca?
A smetterla di ruminare e ruminare
sofferenze chiuse in me da troppi secoli
e, abbandonando la mia stalla solitaria,
unirmi a tutti quelli che camminano accanto a me
nutrire con il mio latte
chi ha bisogno di un gesto di affetto
per non perdere la speranza
in un momento di sconforto.
Ce la farò.
A fare cosa, disse il ragno?
A non avere più paura delle tue zampe filiformi
che mi tessevano attorno una invisibile ragnatela:
la sentivo come una rete di acciaio
che mi imprigionava nelle sue maglie.
Ora ti conosco, ragno, e di te non ho più timore:
non potrai più soffocarmi,
né impedirmi di lasciare la tua polverosa soffitta.
Ce la farò.
A fare cosa, disse l'orso?
A smetterla di spalancare le fauci
in una buia caverna nascosta nel bosco,
e in preda ad una rabbia incontrollabile
ringhiare perché non sono stata capita.
Chiuderò la bocca e la riaprirò soltanto un po'
per spiegare, a chi desidera ascoltarmi,
ciò che prova la mia anima quando mi sudano le mani.
Ce la farò.
A fare cosa, disse la lepre?
A usare le mie orecchie come antenne
per captare ogni vibrazione portata dal vento
e abbandonarmi docile alle folate
che scompigliano ripetutamente le mie idee.
Saltellare saggia di prova in prova,
ma fuggire come una scheggia
lontano da chi mi vuole catturare
per evitare di morire in prigione.
Ce la farò.
A fare cosa, disse la volpe?
A sorridere sorniona dietro un albero
come una strega lontana da occhi indiscreti
e lasciare il mio nascondiglio a sera
non per acchiappare una gallina,
ma per farmi condurre dall'astuzia
per le vie sottili che mi fanno evolvere.
Ce la farò.
A fare cosa, disse la gazzella?
A riempire i miei occhi della tua dolcezza,
il mio corpo della tua agilità e della tua grazia,
sparire e riapparire tra l'erba della prateria
e, ferma davanti all'aggressore,
sedurlo con la tua tenerezza
per fargli perdere ogni desiderio di violenza.
Ce la farò.
A fare cosa, disse il leone?
A uccidere in me la tua aggressività,
domando i miei istinti selvaggi
e camminare regale in mezzo alle gazzelle
usando il mio coraggio, la mia forza,
non per uccidere ma per difendere.
Ce la farò.
A fare cosa, disse Ilaria?
Ad essere soltanto me stessa.
Ilaria Rattazzi
Da "I bambini dagli occhi di sole"
AstroTarologia: un'arte che cura