Diventare mamma. Quando è successo l'ho voluto davvero, con tutte le mie forze. Mi è capitato si e no. Il desiderio c'era. Non siamo stati travolti dal destino. Quando poi è successo, quando abbiamo avuto quel calore intenso fra le braccia, parlare di qualcosa di irresistibile e travolgente non rende l'idea. Qualcosa di travolgente. Lo so, sembra banale dirlo. Tutti i neogenitori dicono (perlomeno quelli che incontro io) 'diventare genitore mi ha cambiato la vita'. Bè non era una previsione tanto difficile da fare, mi viene da rispondere. All'improvviso non sei più tu da solo con il tuo compagno, con le tue libertà, il tuo lavoro e le tue frenesie ma devi assolutamente tenere conto di un piccolo, scalpitante esserino che ha necessità di una certa dose di cure e ha tutte le ragioni per richiederle. Lo hai chiamato tu, dopotutto! E quando dico 'certa dose' uso un eufemismo. Tutto questo ovviamente si raddoppia se non triplica quando diventano due. Ecco, oggi quando nel caos frenetico delle giornate cerco i miei spazi a volte mi sento egoista tranne ritrovarmi in estasi quando riesco ad avere un momento per me. Passo dal senso di colpa alla vera ebbrezza. Un'ebbrezza anche di ritrovarsi da soli con le proprie menate, quelle che avevamo il tempo di farci prima; prima che tutti i nostri pensieri fossero lì: tra un vaccino, un pannolino e 'un perchè non mangi la tua pappa?'. Oggi porto il maggiore treenne a nuoto ed ho pensato, con tanto egoismo, di sbracciarmi un pò meno a salutare e cercare di leggere un libro nell'attesa. Mi sono sentita davvero una mamma orribile e insensibile. Una mamma che non guarda il bimbo che nuota con un sorriso simil paresi ma che cerca con la coda dell'occhio, facendo la vaga con le altre mamme (che invece si sbracciano scorticandosi vive), di leggere una qualche pagina che potrebbe riportare il cervello a funzionare. Ho ripensato a quegli occhiali anni ottanta (io me li ricordo di quell'annata!?) dove c'erano dipinti due occhi che coprivano quello che facevano gli occhi veri. Ecco potrei ingegnarmi così. Tranne non avere ancora escogitato un metodo per il saluto. Lì dovrò provvedere distogliendo l'attenzione dal libro. Yehoshua, semmai riuscirò a leggerlo, non me ne vorrà. Speriamo.