Vogue Italia scende in campo, con il fotografo Steven Meisel, contro la violenza sulle donne

Creato il 09 aprile 2014 da Alessiamocci

“Vogue” Italia, una delle più autorevoli riviste di moda al mondo, dal 1964 presente anche nel nostro Paese, si schiera apertamente contro la violenza sulle donne.

Lo fa con un numero speciale, presente in edicola da giovedì 3 aprile, firmato da Steven Meisel e ispirato al cinema horror. Steven Meisel è un fotografo statunitense, uno dei più celebri fotografi di moda al mondo. Per le pagine del mensile, ha ricostruito una serie di indimenticabili set di film in cui le donne sono vittime di violenza.

Dal “Silenzio degli innocenti”, a “Suspiria”, da “Shining” a “L’uccello dalle piume di cristallo”. Capolavori del cinema horror degli anni Settanta e Ottanta che si materializzano, congelati nella loro scena “clou”. Il direttore della rivista, Franca Sozzani afferma: “Mai come in questo momento la violenza sulle donne è impressionante, quasi un “real horror show”, e con uno stile “Cinematic”, ispirato al grande cinema di Dario Argento o Stanley Kubrick e con immagini perfette come frame di film, Vogue Italia vuole mandare un messaggio, condannando in modo assoluto e radicale la violenza contro le donne.

Nessun desiderio di scioccare, ma piuttosto di creare consapevolezza su quello che è un orrore da condannare!”. La Sozzani è giornalista ed editrice italiana e dal 1988 dirige la rivista. Fa effetto leggere nella didascalia: “pizzo sangallo con gonna plissettata”, “raso, strecth con collo a fiocco”, “cady di seta con collo e polsini ricamati”.

Le donne massacrate dei film omaggiati sono immediatamente riconoscibili, e suscitano rabbia, indignazione. L’utilizzo dell’estetica in modo esasperato, quasi ossessionante, diventa denuncia. “Vorrei che leggeste bene il testo di accompagnamento” continua la Sozzani “e guardaste bene le immagini perché questo horror show non si trova solo al cinema, ma nella vita di tutti i giorni”.

Una storia reale su cui, per contrasto, il gioco del patinato dello scatto sottolinea la carnalità del reale, peggiore della fiction. E conduce in una dimensione finemente ironica. Non è la prima volta che Vogue Italia decide di rappresentare la realtà, anche la più controversa, attraverso il suo linguaggio, che è l’estetica.

Negli ultimi anni la celebrazione delle modelle oversize nel 2011 e lo statement contro la discriminazione verso le top di colore, con la prima edizione al mondo interamente “black” nel 2008; ma anche la cover story dedicata al “no-war”, nel settembre 2007 e quella sul disastro ambientale nel Golfo del Messico, dell’agosto 2010.

Di fronte a questa iniziativa l’opinione pubblica si divide in due. C’è chi pensa che la moda non dovrebbe occuparsi di temi così seri, perché inevitabilmente li banalizza. E c’è chi invece si rallegra perché finalmente un mondo futile e patinato iniza ad occuparsi di tematiche serie.

Written by Cristina Biolcati


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