Volevo fare la creativa, e invece.

Creato il 15 gennaio 2015 da Annagiulia @annagiuliabi

Conosco due modi per affrontare la consapevolezza di esercitare una professione che è la pallida imitazione di quello che vorrei fare.

Il primo è quello che se fossi meno prolissa chiamerei “mettersi due fette di San Daniele tagliato spesso sulle palpebre” e che invece ora vado ad argomentare: il modo migliore per non soffrire della pochezza dei contenuti che sto producendo è evitare di confrontarmi con quello che vorrei produrre.

Niente film troppo belli, niente video musicali particolarmente artistici, niente musica ché poi mi sale il nervoso per aver inserito Taylor Swift e Katy Perry in puntata.

Oh, e niente libri o blog: qualunque suggestione creativa causerà un inevitabile collasso nervoso.

Stringendo, si tratta di chiudersi in casa a guardare Uomini & Donne e a leggere il blog di Chiara Ferragni mangiando caramelle colorate.

Il secondo metodo è grossomodo l’opposto, e consiste nel farmi permeare dalla creatività altrui incessantemente, fino a poter dire ad alta voce “questo è il mio lavoro, non sono io” di fronte all’ennesimo orrore narrativo. La diretta conseguenza è l’utilizzo di ogni momento libero per creare qualcosa di bello, qualcosa che sia me.

Il secondo metodo è indubbiamente il migliore, e magari quando smetterò di fare turni di quindici ore proverò a metterlo in pratica e ci rivedremo all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale.

fonte

Per la cronaca, oggi ho rischiato un nervous breakdown per colpa di questo.



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