Volevo vedere l’Africa

Creato il 09 aprile 2011 da Fabry2010

Teresio Asola, Volevo vedere l’Africa. Dalla Langa alla guerra di Libia: un sogno infranto

Recensione di Claudio Ozella, “Il nostro tempo”, 3 aprile 2011

Teresio Asola è nato ad Alba nel 1960 e abita a Torino dal 1987. Laurea in Lingue nel 1984 con una tesi su George Orwell. Ha scritto poesie (Diario in frammenti 1983) mentre scriveva recensioni di libri per un settimanale locale e imparava un mestiere nella più grande azienda di Alba. Per lavoro ha esercitato diverse funzioni aziendali (marketing, personale, organizzazione), ha studiato diversi settori aziendali (alimentare, robotica, elettromeccanica, abbigliamento, cartario), prima di essere scelto per dirigere nel ’99 un’azienda pubblica del Torinese animata dall’ambizione di nuovi paradigmi e di grandi sfide: efficienza energetica globale, energie rinnovabili e sostenibilità. Nel 2009 ha firmato un capitolo dell’ultimo libro del co-vincitore del Nobel per la Pace 2007 Woodrow W. Clark, Sustainable communities (Springer). In anni passati ha tradotto pagine di Marquez, Orwell, Malamud e A. Miller; nel 1993, Relato de un naufrago, sempre di Marquez.
Asola nel romanzo Volevo vedere l’Africa (pp. 413, euro 18,00) pubblicato da Araba Fenice, racconta la storia autentica e avventurosa di un uomo, delle sue guerre e della sua crescita personale prima sullo sfondo drammatico e tragico della Seconda guerra mondiale e poi su quello rigoglioso di voglia di vivere e desiderio di riscatto del secondo dopoguerra.
In un pomeriggio di primavera del 2009, in una vigna diventata pioppeto e approdo finale della sua odissea, poco prima di morire, malato di cancro, il protagonista racconta al figlio Max la sua storia. Primo Gatto, come il Walden di Thoreau, «succhia il midollo della vita», in una parabola che lo vede partire da un paesino della Langa, appena diciottenne, volontario per la Libia nel 1942, arruolato nel 3° Battaglione GGFF (giovanifascisti) perché era quello che aveva più probabilità d’essere inviato in Africa, il continente protagonista dei suoi sogni fin da bambino e in cui sperava di approdare un giorno.
Il sogno del diciottenne fatto di desiderio di conoscere, di sincero e innocente entusiasmo, di speranze di gloria, alimentato dalla propaganda del regime, si infrange dolorosamente davanti alla crudele realtà della guerra, alla sequela di battaglie assurde, di ritirate ininterrotte dalla Libia alla Tunisia, fino agli ultimi combattimenti e alla resa, avvolto da un senso opprimente di sconfitta e inutilità. Il percorso avventuroso di Primo lo vede fuggitivo dal campo di prigionia francese in Algeria, braccato e ripreso dai legionari e, poi, iniziare il suo riscatto – diventando collaboratore degli americani -, che lo porterà dall’Algeria al Marocco, nuovamente in Algeria, a Marsiglia, in Inghilterra, in seguito in Normandia, a Parigi, quindi a Marsiglia, e poi a Colonia e di nuovo a Marsiglia.
Il ritorno a casa, in un Paese simultaneamente sconfitto e vittorioso, coinciderà con una nuova partenza, dettata dalle difficoltà di reinserimento, sui sentieri dei contrabbandieri, immigrato clandestino in Francia, dove il suo percorso di formazione si compie lavorando per due anni nelle ferrovie.
Asola è riuscito a riunire in una sintesi accattivante e scorrevole gli elementi migliori della saga familiare e del romanzo di formazione, sorretti da una scrittura appassionante che conduce il lettore dalla Langa all’Africa, dalle coste inglesi ai bassifondi di Marsiglia, investendolo con una ventata di colori, profumi, suoni, sentimenti, emozioni che, proprio grazie alla loro eterogeneità, compongono una struggente poesia-racconto che colpisce il cuore e la mente del lettore.



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