Voltarsi.

Creato il 25 luglio 2014 da Denise D'Angelilli @dueditanelcuore

Lo guardi intensamente mentre fa, scrive, parla, incontra, capisci anche quello che pensa, chissà come fai. Ma gli vedi solo le spalle, lui non si è accorto di te, preso dal suo gesticolare affronta la vita  non sapendo che tu sei a pochi centimetri da lui, e se per sbaglio si volta tu abbassi lo sguardo, ti fissi i piedi e poi le mani, o ti controlli le doppie punte. Forse non ti vedrebbe nemmeno se ti presentassi nuda ai piedi del suo letto con un cartello che dice HEY, GUARDAMI, SONO QUI. Allora provi con un colpetto sulla sua spalla e niente, non se ne accorge, provi con due colpetti leggermente più forti ma lui si volta dalla parte sbagliata, fino a che non gli dai una spinta, lui quasi cade, finalmente ti vede e ti dice “scusa, non ti avevo proprio vista”, e appunto. Inizia a fissare chi gli cammina incontro e non dietro, chi gli guarda gli occhi e non la schiena, e per te non c’è più posto. Le formine a forma di stella in quelle a forma di cuore non ci entrano, è inutile che ci continuate a provare. Un po’ più in là, leggermente più spostato rispetto a voi due, c’è qualcuno che fissa te. Pensa che tu sia un miliardo di belle cose, ma quando allunga la mano verso di te è ancora troppo lontano e non riesce a toccarti, e di fare un passo avanti non ne se parla nemmeno perché le gambe sembrano di marmo. Tu purtroppo non lo vedi e gli dai le spalle perché tutta la tua concentrazione se l’è presa qualcun’altro. Ma arriva quel momento in cui senti qualcosa sul collo, come un soffio, pensi sia solo un insetto e lo scacci via con la mano ma il solletico continua, e allora, finalmente, ti volti. C’è qualcuno che soffia nella tua direzione, ti lamenti di chi non si accorge di te ma tu fai lo stesso. Magari poi non va, soprattutto se siete me, però intanto provateci a voltarvi, basta solo un attimo, e se lo trovate che si fissa le mani voi avvicinatevi e alzategli la testa, come si fa con i bambini quando non vogliono ascoltare quello che state dicendo loro.

E allora scusa se adesso le spalle le volto a te, se non me ne frega proprio più un cazzo di quello che ti succede nella vita, se non posso perdonarti perché tra il sì e il no hai scelto il forse. Scusami se mi sono svegliata l’altra mattina con la voglia di vedere cosa e soprattutto chi c’è se faccio un passo più lungo del tuo, se ti supero, e se finalmente sono io a dare le spalle a te.

Perché se perdessi ancora dietro di te il tempo che ho perso dietro a tutti gli altri prima questo piccolo spazio si riempirebbe delle stesse parole, degli stessi pensieri e poi, infine, imploderebbe, e io ancora non ho una rubrica di posta del cuore su cioè quindi no, non me lo posso proprio permettere.