Sia avvia verso una triste fine il tanto strombazzato progetto, il “Google italiano”, Volunia. Massimo Marchiori nella seconda della scorsa settimana ha lasciato il progetto, ma si tratta dell’ultima conseguenza di una serie di scelte perlomeno discutibili.
Nella lettera al giornale Il Sole 24 Ore, Marchiori ha spiegato a modo suo il motivo della pesante decisione dell’abbandono:
Qualcun altro, vuole poter decidere tutto, senza di me. E si è quindi sostituito alla mia posizione, intimidendomi di farmi da parte. Di fronte a questo io sono rimasto esterrefatto.
Qualcuno ha pensato che dopo tutti questi anni, lavoro e sacrifici, l’infrastruttura del progetto è pronta a partire, ora ci si può sostituire a chi ha ideato e creato questo progetto.
Accuse senza dubbio pesanti, e allo stesso tempo in apparenza buone motivazioni per lasciare il progetto, ma leggere solo la lettera del Marchiori significa crearsi una visione assai limitata dell’accaduto. D’altronde non si poteva che prevedere una tale conclusione se si dava una letta alle dichiarazioni del debutto al pubblico e alla presentazione stessa del progetto, ritenuta quasi comica per via dei vari malfunzionamenti tecnici avvenuti nell’annuncio in diretta mondiale.
Volunia è un motore a cui ho lavorato usando il poco tempo che mi restava dopo tutti gli altri impegni e, lo ammetto, anche controvoglia: un compromesso per il bene di un progetto. Anche se ero dell’opinione che non c’era il tempo né le risorse per renderlo anche solo comparabile agli altri motori, Google in primis.
A queste pesanti parole si aggiunge il fatto di una presentazione grafica al primo taglio molto scarna, alcuni l’hanno definita anni ’90, altri molto acerba. Prendere in prestito qualche stile e impaginazione dall’open source male no navrebbe fatto. Inoltre c’è la politica di gestione delle utenze, ovvero i power user, ne son ostati scelti molto pochi e troppo sconosciuti tra loro, ciò ha causato un sottoutilizzo delle funzionalità social del motore di ricerca. Tuttora molte funzioni sono abbandonate o sono state chiuse. Infine si aggiunge la batosta: dopo la magra figura fatta alla presentazione mondiale con i pochi risultati di ricerca visualizzati, è stata compiuta un’indicizzazione, così è stato detto. “Bene” direte voi, ma in realtà si tratta di una cammufatura, infatti il motore che compie la ricercavia web su Volunia non è altro che Bing, il motore di ricerca Microsoft, anch’esso non campione di popolarità su Internet. Vedere per credere, nell’immagine qua sopra, o cliccando su “Chi siamo” nella pagina principale, almeno da Power User.
Dopo qualche mese, tutta questa operazione pare una semplice manovra pubblicitaria a favore dell’Università e del Comune di Padova e di istituzioni collegate, che hanno tratto giovamento nella loro immagine dell’effetto mediatico dell’annuncio al mondo di Volunia, creato dall’uomo che collaborò alla “creazione dell’algoritmo di ricerca di Google” (almeno il primo). Proprio lui, Marchiori, quindi, cerca di salvarsi da un’ulteriore magra figura con l’abbandono e conseguente lettera, ma poco servirà ormai a farlo passare alla storia come un altro italiano “genio fesso“.
Fonti Google News e Il Fatto Quotidiano