V(u)oti di fiducia tra economie impazzite

Creato il 09 novembre 2011 da Alessandro @AleTrasforini


I tassi di interesse sui Btp hanno superato quella che, da molti statisti ed analisti, è stata da sempre classificata soglia di rischio: ad ora sono prossimi a raggiungere il 7.4%. Il cosiddetto spread ha sforato quota 560, oltrepassando quel limite di allerta che ha prodotto quello che, nei fatti, è un vero e proprio commissariamento da parte degli organi tecnici di vigilanza e tutela monetaria.  Le dimissioni (non ancora certe, nds) del triste B. rischiano di produrre qualcosa che, a fatti, rischia di concretizzare il titolo di un recente libro scritto da Oliviero Beha: 'Dopo di lui, il diluvio.' Con la fine di questo uomo, si apre una fase di turbolenza politica ed, ovviamente, partitica senza precedente alcuno.  Rimasto incollato alla poltrona fino all'ultimo momento, forte di una legittimazione popolare indiscutibile datata 2008, ha aggravato quella che per l'Italia era già da tempo una crisi conclamata.  Negando progressivamente e ripetutamente crisi economiche devastanti, il Governo del Fare ha coperto falle di ogni tipo con manovre economiche raffazzonate che, per indiretta conferma dei vertici europei, rischiano di essere le prime di una infinita sequela. Cosa accadrà a questo punto? Come reggerà alla tempesta in arrivo una terra di frontiera già stremata come l'Italia? Cosa succederà alla soglia di quel fatidico 7% ormai ampliamente alle spalle?  Lo chiarisce, in poche righe, un frammento di articolo de L'Unità di oggi: "[...]Che cosa succede dopo il 7%? Semplicemente che la anzione interessata non viene ritenuta più in grado di camminare con le proprie gambe, come già accaduto a Grecia, Portogallo e Irlanda, ed è quindi 'obbligata' ad accettare gli aiuti ed il rigido controllo delle autorità internazionali.  Del resto, oltrepassato il limite, il rischio immediato non è quello del colossale esborso per onorare gli interessi sul debito, [...] ma la fuga dall'acquisto di titoli, ritenuti troppo pericolosi. [...]" (Fonte: 'Spread a quota 500', M.Ventimiglia, L'Unità, 9-11-2011) Il rischio più grande, quindi, è che l'affidabilità e la credibilità del sistema Italia vengano dal mondo declassate definitivamente a spazzatura.  Le misure aggiuntive richieste dall'Europa non potranno più essere esaudite raschiando un barile già stremato, stando agli sforzi già (negativamente) straordinari compiuti con le ultime manovre. Quel miracolo italiano promesso dal Signor B. nel lontano '94 è, ad oggi, un più che totale fallimento. Così facendo, ora, si rischia di veder affogare la nave Italia assieme al suo pensionato ed anziano timoniere.  Poco importa se, di fronte ai tanti segnali progressivamente lanciati, un uomo solo abbia in questi anni contribuito a ridicolizzare di fronte al mondo uno Stato intero. Il fatto che stia finendo un'epoca (forse) non coincide con il fatto che stiano giungendo a completa risoluzione problemi a cui sarà complicatissimo porre rimedio.  Il signor B. non era, nè sarà forse mai, l'esclusiva causa di tutti i mali di questa Italia; alla sua figura per certi tratti indegna saranno associate, tra qualche anno, analisi storiche migliori di qualsiasi intepretazione possibile allo stato attuale. Il magma di questo momento storico rimane, nei fatti, un qualcosa di realmente indescrivibile.  In chiave futura sarà essenziale lavorare sulla questione più spinosa e maggiormente deficitaria emersa in questi ultimi tempi: economia e finanza non devono poter determinare e sconvolgere completamente le sorti della politica, ed indirettamente dell'avvenire prossimo e venturo di un qualunque Stato.  La finanza non può bruciare liberamente i contenuti di manovre economiche salva-conti, promosse a spese del tessuto sociale di uno Stato già debole come quello italiano. Sarebbe come dire che, forse, i sacrifici (ulteriori) esercitati sulle fasce deboli siano stati resi nulli da mercati e speculatori senza cura alcuna. I 200ed oltre miliardi di Euro raschiati complessivamente fino ad oggi diventeranno, a quanto sembra, carta straccia.  La stabilità dell'Italia si conferma affidata a quei fondamentali buoni che ci allontanano dal rischio Grecia: fino a quando rimarrà radicata e salda questa (eccessiva o motivata?) consapevolezza?  Superato questo momento, forse, potremmo un giorno chiederci come abbia fatto un uomo come B. a guidare un Paese tanto nobile per così tanto tempo? La rete di consenso-assenso da lui creata e perpetuata ha scaricato su molteplici fronti un sistema di discutibile affidabilità: politica, informazione, società, sport, attacchi alla giustizia ed infinite altre branche dell'umana realtà hanno permesso a B. di arrivare fino a questo punto.  Ora, però, è necessario andare oltre. Il passato sarà doloroso, lascia una macchina Italia con motore fuso e ruote sgonfie.  Le nuove generazioni vengono insignite di una missione che, condizioni al contorno incluse, si rivela poco più che proibitiva: ricostruire un Paese partendo dallo zero (quasi assoluto).  Quello che in fisica e termodinamica si configura come il punto più basso possibile sembra, per questo Paese, ormai prossimo all'arrivare. Avere la sola Haiti dietro nelle classifiche di crescita e competitività economica è un dato che, oggettivamente, non conforta.  Su questo fronte, per quando deciderà di togliersi di mezzo, il triste B. avrà buona parte di colpa.  Altra parte di colpa sarà destinata (destinabile?) ad una politica che ha preferito preferire il consenso alla lungimiranza, con carichi pesati distribuiti da ogni parte.  La condizione imprescindibile per riscrivere una funzione matematica è, nei fatti, far variare quelle che sono chiamate condizioni al contorno. Abbiamo scoperto, con tragici riscontri sul piano sociale, che il modello Italia fino ad oggi ritenuto valido ha prodotto risultati potenzialmente capaci di uccidere il futuro.  L'applicazione di un galileiano metodo sperimentale al fare politica, pertanto, impone di rinnovare completamente le modalità di ricostruzione della società. Su questo senso, pertanto, recuperare valori come credibilità ed affidabilità sembra la missione più urgente da ottemperare.  Il futuro non può più aspettare, nè potranno attendere di nascere quell'Italia e quelle nazioni che dovranno progettare qualcosa di migliore per chi verrà ad ereditare il mondo.  Attualmente, il commissariamento è nei fatti già presente.  L'Italia è sotto controllo, sia nei conti che nell'affidabilità.  Su questo sfondo, il pensionato B. rappresenta nient'altro che un antiquato castello di sabbia asciutta sotto un vento impetuoso. Guardare oltre, rinnovando ovviamente anche buona parte degli altri attori.  'Dopo di lui, il diluvio', appunto. Scrivere che servono almeno ombrelli per le nuove generazioni sembra, purtroppo, cosa minima e quasi retorica.
Immagine presa da: http://enricosabatino.blogspot.com


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