Immagini di Renzo De Grandi
Serata interessante con due proposte musicali diversissime fra di loro, ma proprio da questo punto di vista accattivanti. Nell'ambito del Prog Fest, al Giardino di Lugagnano di Verona, erano ospiti: Vuoto Pneumatico e Il Tempio Delle Clessidre. Nella prima parte della serata il vulcanico Gianni Venturi(leader della band Altare Thotemico) ci ha presentato questo suo progetto musicale, nato dalla collaborazione col chitarrista Giacomo Marighelli da cui é nato un album. Inutile dire che siamo fuori dagli schemi del prog tradizionale. Ne risulta un lavoro di ricerca sperimentale con un suono duro e immediato, dall'aspetto lisergico, che ricorda vagamente il Rio Avant di certe band franco-tedesche degli anni '70, ma anche la maniacale e continua ricerca di suoni diversi, un pò alla Robert Fripp nei secondi Crimson, con le dovute proporzioni (non me vorrà di certo il buon Venturi). Le due chitarre lancinanti, ossessivamente hard e i continui effetti dati dalla pedaliera di Marighelli, fanno da contraltare ai testi ricercati e viscerali di Venturi, quasi recitati in stile poetico e cantautorale. Il non foltissimo pubblico presente in sala, dimostra di saper ascoltare e apprezzare anche qualcosa di "nuovo" quando questo gli viene proposto. Significative Fiore Uterino e l'ironica Buon Natale. Nella seconda parte della serata Il Tempio Delle Clessidreci ha presentato in versione unplugged alcuni dei loro brani. La band genovese si è disposta in fila sul palco, in una situazione "intima" da luci soffuse, anche questa una "chicca", vista l'assenza della batteria. La bravissima Elisa Montaldo ci ha spiegato, che era proprio un'esigenza che la band genovese aveva da tempo quella di rivisitare alcuni pezzi del proprio repertorio in chiave acustica, mischiando brani come: Notturna, Verso l'Alba, L'Antidoto Mentale o Le Due Metà Di Una Notte, in una sorta di madrigali ballate, visto l'abbondante uso delle chitarre acustiche. Spazio anche per un inedito molto ben eseguito dal titolo: Gnaffé, brano che verrà riproposto come bis finale. Una sorta di saga medievale boccaccesca, che uscirà in un progetto che coinvolge parecchie band progressive. Non sono mancati alcuni brani dedica ai Beatles, a Franco Battiato e alla meravigliosa Non Mi Rompete del Banco, che si prestava alla grande in una serata così. Per diversità di tematiche musicali il Prog Fest proposto dal locale veronese, da questo punto di vista, ha fatto centro. Un bravo a tutti quanti per la capacità e la voglia di provare a fare cose diverse, che poi sono il sale della cosiddetta musica colta. Applausi sentiti per tutti nel finale di una serata diversa dal solito.