VvELA - AZZURRA CONCEDE IL PUNTO A EMIRATES TEAM NEW ZEALAND

Creato il 28 maggio 2010 da Andrea

La Maddalena, 27 maggio 2010. Oggi, sesta giornata del Louis Vuitton Trophy, il team Azzurra dello Yacht Club Costa Smeralda ha sfidato Emirates Team New Zealand concedendo la vittoria al grande favorito di questo evento, il team capitanato dal leggendario velista Grant Dalton. I ‘kiwi’ hanno al loro attivo la vittoria della Louis Vuitton Cup nel 1995 e nel 2007, un secondo piazzamento al Louis Vuitton Trophy di Nizza 2009 (in cui furono sconfitti con un secco 2 a 0 proprio da Azzurra) e la vittoria della tappa di Auckland svoltasi lo scorso marzo.Francesco Bruni, skipper e timoniere di Azzurra, ha fatto una partenza da manuale nella prima regata del giorno, svoltasi con vento medio intorno a 10-13 nodi. Dopo aver conquistato la cosiddetta “pin end” della linea, Azzurra si è mantenuta sul lato sinistro del percorso, in attesa di un salto di vento sopraggiunto verso la fine del lato. A quel punto, Bruni ha potuto incrociare davanti alla barca avversaria con un vantaggio di circa tre lunghezze, poi un’incertezza nella valutazione del distacco è costata all’equipaggio italiano la precedenza in boa: Dean Barker, al timone di Emirates Team New Zealand, è riuscito a infilarsi tra Azzurra e la boa, registrando un vantaggio di 13 secondi. Da quel momento in poi i neozelandesi non hanno dato respiro all’equipaggio italiano, che non ha più avuto modo per riprendere l’avversario. Un piccolo guadagno nella poppa finale non è stato sufficiente ad Azzurra per conquistare questo importante punto. I neozelandesi hanno vinto il match con un vantaggio di 13 secondi. Tommaso Chieffi, tattico di Azzurra, ha riassunto la dinamica della regata: “In partenza entrambi gli equipaggi hanno lottato duramente per il pin [l’estremo sinistro] e noi siamo riusciti a ottenerlo. Checco [Bruni, ndr] è stato molto bravo ad agganciare Emirates Team New Zealand da poppa. Barker ha cercato di resistere, ma a un certo punto ha dovuto mollare il colpo. Per due terzi della bolina non incrociavamo, ma abbiamo avuto pazienza e a circa un minuto dalla lay-line è arrivato l’aspettato salto da sinistra e siamo riusciti a incrociare. A questo punto sembrava una regata abbastanza fatta, ma purtroppo c’ è stata un’ingenuità’ da parte mia: guardando dietro, ho pensato che ci fosse spazio per fare due virate, invece così non è stato. Probabilmente eravamo sul massimo sinistro e un pelo di rotazione a destra del vento ha ridotto le nostre tre lunghezze di vantaggio a meno di una; purtroppo questa mia valutazione inesatta ci è costata una regata praticamente vinta - per cercare di fare troppo bene alla fine abbiamo fatto troppo male.”

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