Forse dunque è la capacità di ricevere scosse che fa di me una scrittrice. Posso azzardare la spiegazione che a ogni scossa nel mio caso segue immediatamente il desiderio di spiegarla . Lo sento, il colpo, ma non è più come credevo da bambina, un colpo sferrato da un nemico nascosto dietro l’ovatta della vita quotidiana; è o diventerà la rivelazione di un altro ordine; è il segno di qualcosa di reale che si cela dietro le apparenze; e sono io che lo rendo reale esprimendolo in parole. Solo con l’esprimerlo in parole gli conferisco unità; e questa unità significa che ha perduto il potere di farmi del male; mi da una grande gioia, forse perché così facendo tengo lontano il dolore, rimettere insieme i frammenti. Questo è forse il piacere più intenso che io conosca. È l’ebbrezza che provo quando scrivendo mi sembra di scoprire i collegamenti precisi; di rendere vera una scena; di dare coerenza ad un personaggio. Di qui nasce potrei dire una filosofia; o comunque un’idea che ho sempre avuto; che dietro l’ovatta si celi un disegno; che noi – tutti noi esseri umani – rientriamo nel disegno; che il mondo intero è un’opera d’arte; che noi siamo parte di quell’opera d’arte.
Forse dunque è la capacità di ricevere scosse che fa di me una scrittrice. Posso azzardare la spiegazione che a ogni scossa nel mio caso segue immediatamente il desiderio di spiegarla . Lo sento, il colpo, ma non è più come credevo da bambina, un colpo sferrato da un nemico nascosto dietro l’ovatta della vita quotidiana; è o diventerà la rivelazione di un altro ordine; è il segno di qualcosa di reale che si cela dietro le apparenze; e sono io che lo rendo reale esprimendolo in parole. Solo con l’esprimerlo in parole gli conferisco unità; e questa unità significa che ha perduto il potere di farmi del male; mi da una grande gioia, forse perché così facendo tengo lontano il dolore, rimettere insieme i frammenti. Questo è forse il piacere più intenso che io conosca. È l’ebbrezza che provo quando scrivendo mi sembra di scoprire i collegamenti precisi; di rendere vera una scena; di dare coerenza ad un personaggio. Di qui nasce potrei dire una filosofia; o comunque un’idea che ho sempre avuto; che dietro l’ovatta si celi un disegno; che noi – tutti noi esseri umani – rientriamo nel disegno; che il mondo intero è un’opera d’arte; che noi siamo parte di quell’opera d’arte.