Oggi, venerdi 21 febbraio, il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano presenta una prima sperimentazione sull’organizzazione delle informazioni secondo il paradigma dei Linked Open Data al convegno internazionale LOD2014 - Linked Open Data: where are we? organizzato dal W3C e dal CNR a Roma presso la sede dell’Archivio Centrale dello Stato con la presenza di Phil Archer. La sperimentazione riguarda l’integrazione di dati presenti nell’archivio CDEC sui deportati in Italia e dati provenienti dall’Archivio Centrale dello Stato che ha collaborato a questa sperimentazione.
Da più di un anno regesta sta lavorando con il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea a un progetto di ampia riorganizzazione degli strumenti software e degli archivi digitali, una “digital library” che conserverà tutto il prezioso materiale raccolto dal CDEC negli anni passati e quello che verrà ulteriormente raccolto in futuro.
L’esperienza che viene presentata oggi ha un grandissimo valore perché vuole essere uno stimolo per la libera condivisione della conoscenza, attraverso i linked open data, sulle persecuzioni antiebraiche operate dai nazi-fascisti. La formalizzazione dell’ontologia sull’esperienza italiana utilizzata nel progetto è probabilmente il primo tentativo in questa direzione e per questo vuole essere un modello da esportare in altri paesi e altri contesti.
La Fondazione CDEC ribadisce così il proprio decennale impegno per la conservazione della memoria della Shoah e dell’ebraismo italiano, ma anche di essere tra i primi istituti italiani promotori attivi del concetto di condivisione della cultura e dei contenuti culturali.
Con questo progetto il Centro milanese vuole migliorare la propria attività di ricerca e studio, grazie a strumenti che permettano una migliore diffusione interna dell’informazione, e, al tempo stesso, trasferirla all’esterno verso tutti quanti siano interessati all’approfondimento dei temi propri del dominio di studio del Centro.
Regesta ha progettato un sistema integrato che utilizza strumenti specializzati come xDams per gli archivi storici, integra le applicazioni e le informazioni“istituzionali” quali quelle di SBN Web del Polo Lombardo, e permette di accedere a tutte le informazioni provenienti da diversi provider di informazione con potenti strumenti collaborativi. Verranno gestiti così l’archivio storico, la fototeca, l’archivio audiovisivo, la biblioteca e altre tipologie di banche dati.
Per procedere in questa direzione è stato necessario predisporre una ontologia descrittiva del dominio informativo trattato dal CDEC, in grado di mettere in relazione le informazioni con una modalità più efficace e di far emergere conoscenza implicita. Trasformare documenti di testo in metadati elaborabili per consentire il più alto livello di comprensione e riutilizzo è la nuova frontiera del Semantic Web nota come Web of Data.
L’ottimizzazione dell’attività di ricerca interna, grazie alla metodologia Linked Open Data, rappresenta solo uno degli aspetti innovativi del progetto. La disponibilità dei dati secondo standard e tecnologie aperte, conformi alle specifiche del Web semantico, potrà consentire la loro pubblicazione e l’apertura alla condivisione e al riuso delle informazioni detenute dal CDEC.
Questo approccio potrà facilitare l’utilizzo delle stesse ma al tempo stesso determinarne il loro arricchimento grazie all’integrazione con dati presenti in altre banche dati, come quella dell’Archivio Centrale dello Stato (già decisamente avviato sulla strada dei Linked Open Data), ricca di informazioni relative al Ventennio e agli eventi correlati.