oggi vi presento una poesia natalizia di Eugenio Montale, una delle più grandi voci della poesia mondiale e premio Nobel nel 1975.
Caffè a Rapallo
Natale nel tepidariolustrante, truccato dai fumiche svolgono tazze, velatotremore di lumi oltre i chiusicristalli, profili di femminenel grigio, tra lampi di gemmee screzi di sete...Son giuntea queste native tue spiagge,le nuove Sirene!; e qui manchiCamillo, amico, tu storicodi cupidige e di brividi.
S'ode grande frastuono nella via.
È passata di fuoril'indicibile musicadelle trombe di lamae dei piattini arguti dei fanciulli:è passata la musica innocente.
Un mondo gnomo ne andavacon strepere di muletti e di carriole,tra un lagno di montonidi cartapesta e un bagliaredi sciabole fasciate di stagnole.Passarono i Generalicon le feluche di cartonee impugnavano aste di torroni;poi furono i gregaricon moccoli e lampioni,e le tinnanti scatolech'ànno il suono più trito,tenue rivo che incantal'animo dubitoso:(meraviglioso udivo).
L'orda passò col rumored'una zampante greggiache il tuono recente impaura.L'accolse la pasturache per noi più non verdeggia.
Eugenio Montale (Genova, 1896 - Milano, 1981), tra i massimi poeti italiani, influenzò ampiamente la poesia del Novecento; fu anche giornalista, traduttore, critico teatrale e musicale. Tra gli innumerevoli riconoscimenti, fu nominato senatore a vita nel 1967 e ricevette nel 1975 il premio Nobel.