Walk the line - Quando l'amore brucia l'anima

Creato il 04 giugno 2013 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1


Quando lessi il nome di James Mangold prima di vedere il film Walk the line, tradotto "alla meglio" (come al solito) qui in Italia in Quando l'amore brucia l'anima, rimasi un po' sorpresa. A dirla tutta la cosa mi incuriosì ancor di più, dal momento che quel regista era lo stesso di titoli indimenticabili come Ragazze interrotte e quanto più dissimili tra loro, pensiamo a Cop Land, Kate & Leopold oppure il remake del western Quel treno per Yuma. Certo non si può dire che Mangold non sia un regista versatile...
Stavolta nelle sue mani c'è un adattamento biografico che racconta la vita di Johnny Cash, dei suoi problemi legati alla tossicodipendenza, del suo amore per la musica e soprattutto, dell'amore per June Carter. Partendo dai libri Man in black (scritto proprio da Cash) e Cash: An Autobiography scritto da Cash e Patrick Carr, Mangold ripercorre la vita del cantante statunitense, partendo da un lungo flashback nato dal dolore di un ricordo, proprio quando la macchina da presa si poggia su una sega circolare. Johnny cresce in una fattoria, sotto i rimproveri di un padre pastore e padrone, sempre pronto a umiliare il figlio maschio "fasullo". Era Jack il preferito, ma il legame profondo e limpido che c'era tra i due fratelli non ha mai fatto soffrire Johnny di gelosia, anzi. Sarà proprio la morte prematura del fratello a cambiare radicalmente la vita del piccolo Cash.

Dopo l'aviazione e il matrimonio con Vivian, arriva la prima figlia e il bisogno di suonare la chitarra si fa sempre più forte. Johnny si accorge di uno studio e insieme a due musicisti propone al proprietario un pezzo gospel. Questi gli consiglia di cambiare genere e Johnny improvvisa, ottenendo il suo primo disco registrato in studio con il singolo Cry, cry, cry. Nella sua scalata al successo c'è posto per tutto, anche per le scappatelle con fan accanite, o peggio ancora per mandar giù anfetamine come fossero mentine. Nel caos più totale e nella perdita di ogni controllo, se non quello per la musica, Johnny intravede un appiglio, il solo a farlo "resuscitare" dalle sbornie con gli amici e colleghi. June Carter, una cantante non dalla voce straordinaria, ma dall'aspetto grazioso, piccola e radiosa. Un mix perfetto di fragilità e forza racchiuso in un essere soltanto. Una donna che ha saputo fare del suo umorismo un "attributo" fondamentale, per sopravvivere agli sguardi indiscreti e chiacchieroni e, soprattutto, per far perdere la testa a Johnny. 
Secondo me un trailer così meritava d'esser visto...
Il film ha la capacità di riportare lo spettatore negli anni in cui il Rock and roll stava esplodendo, partendo poi proprio da quel gospel, quel blues e country che amava lo stesso Cash. Joaquin Phoenix per quanto mi riguarda è stato fenomenale, le sue interpretazioni sono sempre molto fisiche, e la sua presenza scenica stimola tutti i sensi di chi guarda. Ovviamente finito il film è consigliabile andare a rivedere le performance del vero Johnny Cash... almeno per avvalorare quanto appena detto. L'Oscar alla fine se lo è aggiudicato solamente la Witherspoon come attrice protagonista per la sua June Carter. Ricordiamo e specifichiamo poi che, le canzoni sono state eseguite "tutte" dagli attori stessi, i quali poi non a caso, vennero scelti dai veri Johnny e June poco prima di morire (Il film esce nel 2005, i Cash se ne andranno entrambi nel 2003).Il che rende tutto ancor più affascinante e romantico.
Per l'amore, quello che brucia l'anima, e per la musica...


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