Wall Street, ancora vendite sul finale

Da Pukos

Dati macro contrastanti

Si salvano McDonald’s, United Tech, e Microsoft. In calo soprattutto Chevron, Pfizer e Cisco. Sul Nasdaq bene Google, scendono Comcast e Biogen.

Chiudono le Piazze europee e su Wall Street si abbattono le vendite, potrebbe esser stato solo un caso, ma più probabilmente New York si sta interrogando, e si pone la fatidica domanda: i livelli raggiunti dagli indici di Borsa a stelle e strisce, sono sostenibili?

Per i “graficisti” le figure delineate negli ultimi mesi sui principali indici americani non sono tranquillizzanti, ma personalmente non ritengo che siano i grafici a dirci che Wall Street si è spinta oltre “il lecito”, semmai è proprio la logica a suggerirci di andare a ricercare l’inflazione nei prezzi dei titoli di Borsa.

Oggi sono stati resi noti diversi dati macro, alcuni dei quali sono risultati molto sorprendenti, abbiamo cominciato al CPI (Indice dei Prezzi al Consumo) che dopo quattro mesi di continui ribassi sono tornati a crescere (+0,2%). Si proseguiva con il FHFA, ossia l’indice che monitora i prezzi delle case unifamiliari, cresciuti (+0,3%) meno delle attese (+0,5%).

Migliore delle attese il PMI manifatturiero salito a 55,3 punti dai precedenti 55,1 punti, il consenso era per un leggero calo (54,9 punti).

A mercati aperti arrivavano poi le due supersorprese, dapprima il boom delle vendite di case nuove che a febbraio sono risultate 539.000 (+7,8%), un dato estremamente superiore alle previsioni (465.000 unità).

A fare da contraltare ad un dato così positivo ecco però che arrivava l’indice Fed di Richmond che, come noto, monitora l’andamento del comparto manifatturiero nel distretto della Virginia, ebbene, è risultato agghiacciante (-8 punti) si è trattato di un calo verticale (precedente 0 punti) mentre il mercato si attendeva un miglioramento (+2 punti). Andando a disaggregare il dato risulta evidente che a determinare il risultato ha contribuito principalmente il crollo dei nuovi ordini passati da -2 a -13 punti.

Insomma dall’economia reale arrivano segnali che come minimo debbono far riflettere, se l’attività manifatturiera dovesse nuovamente contrarsi in un contesto di politica economica meno accomodante il rischio di frenare la ripresa in atto sarebbero più che concreto.

Attenzione, quindi.

Dow Jones (-0,58%) non molto numerosi i titoli in controtendenza, fra questi McDonald’s (+0,75%), United Technologies (+0,20%) e Microsoft (+0,12%)

Settori diversi sul fondo, maglia nera a Chevron (-1,62%), poi il farmaceutico Pfizer (-1,51%) quindi Cisco Systems (-1,44%).

S&P500 (-0,61%)  titoli quotati al Nasdaq guidano la classifica: Google Inc. Class A (+2,15%), Google Inc Class C (+2,04%) ed eBay (+1,52%).

Scendono Philip Morris (-2,92%), Bristol Myers Squibb (-2,80%) e Comcast (-2,62%).

Nasdaq (-0,33%) torna a salire Netflix (+3,12%) seguito da Vimpelcom (+2,97%) che in assoluta controtendenza termina sul massimo di giornata, quindi il biotecnologico Gilead Sciences (+1,15%).

Forti prese di profitto per Equinix (-3,06%), non si arresta la discesa di Mattel (-2,89%), quindi scende anche Marriott Int. (-2,40%).

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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