In Walled In, Mischa Barton è un’esperta nel piazzare cariche dinamitarde per far saltare in aria gli edifici. E questa non è la trama semiseria che a volte mi invento io. È proprio così. È la vera trama del film. Ovviamente Mischa Barton, che per chi non lo sapesse è stata la snob Marissa Cooper della serie The O.C., è del tutto inappropriata per una parte del genere ed è lei stessa la prima a rendersene conto. Fin dall’inizio, la micia Barton se ne gattona in giro con l’aria spaurita della zombie. Non è un gran bello spettacolo. A me nemmeno dispiaceva la Barton ai tempi di The O.C., e anche adesso non è mica un cesso, però certo che se si mangiasse un paio di bistecche ogni tanto, male non le farebbe. Almeno avrebbe sembianze più femminili e meno scheletriche. Non siamo ai preoccupanti livelli della Kristen Stewart di Breaking Dawn, però poco ci manca. Non devi diventare come Christina Aguilera, cara Mischa, ma almeno un paio di chiletti potresti metterli su. Perché mi metto a fare una crociata anti-anoressia? Non era mia intenzione, però visto che sul film di cose da dire, soprattutto cose positive da dire, non ce ne sono molte, cercavo di sviare argomento.
"Sento che questo film darà una svolta alla mia carriera.
O forse è solo il mio stomaco che brontola perché
sono due mesi che non mangio?"
Il film è tratto da un romanzo best-seller in Francia, Les Emmurés. E uno pensa: si tratterà del solito caso di libro deturpato dall’adattamento cinematografico. Non lo so, può darsi che sia così, però il fatto che l’autore Serge Brussolo sia anche co-artefice, diciamo anche co-carnefice, della sceneggiatura di tale obbrobrio lascia intuire che anche il romanzo magari non è che fosse tutta ‘sta pietra miliare. Comunque, non lo scoprirò mai. Questo film non mi ha fatto venire voglia di leggerlo nemmeno se minacciano di murarmi vivo.
"Oh, manco un iPhone m'han dato per girare 'sta roba!"
Già Mischa Barton nella parte di esperta in demolizioni lascia alquanto interdetti. Però magari a partire dan una situazione tanto inverosimile ne sarà uscito qualcosa di buono, no? No. Non c’è davvero niente di buono in questo atroce filmetto. La Barton viene spedita in un albergo che vorrebbe riecheggiare il Bates Motel o l’Overlook Hotel ma finisce per apparire solo come una betolla desolata degna di essere fatta saltare per aria. Immediatamente. Mischa, quindi, invece di andare a fare shopping insieme alle sue amichette Lindsay o Paris alloggia in questo posto sperduto in mezzo al nulla per studiare dove posizionare le cariche per demolirlo. Solo che questo posto nasconde un mistero. L’avreste mai detto? Pare infatti che in una stanza siano stati ritrovati dei cadaveri murati vivi… Forse stavano guardando questo film e a un certo punto, chissà poi perché, hanno deciso di farla finita. Il resto non ve lo spoilero. Non per incentivarvi a scoprirlo da soli. Se non ve lo spoilero, è perché tanto fa pena.Il regista è Gilles Paquet-Brenner, che per fortuna dopo aver girato questa porcheria si è ripreso e ha diretto il valido La chiave di Sara. Quanto a Mischa Barton, la sua carriera post-O.C. continua invece a non decollare. La sua parte più rilevante degli ultimi tempi è infatti quella da comparsa nell'ultimo video di Noel Gallagher. E pure qui ci ricorda quanto sia espressiva.
Il problema maggiore del film, per una volta giustamente mai arrivato nei cinema ma distribuito solo per il mercato home-video, non è comunque la strisciante Biscia Barton. E non è nemmeno una serie di cliché sulle storie (pseudo) horror ambientate all’interno di un misterioso hotel. Il problema principale, quello che lo fa scivolare sotto ogni soglia di decenza, è tutta la lunga parte conclusiva. Estenuante, sciocca, assurda fino a raggiungere… qual è l’esatto contrario di “sublime”? Comunque vi consiglio di guardarlo. Se avete qualche peccato particolarmente grave da espiare, la visione di Walled In mi sembra una punizione più che ragionevole. (voto 2/10)