Walter Chiari (8 marzo 1924 – 20 dicembre 1991)

Creato il 20 dicembre 2011 da Marvigar4

  

   Walter Annichiarico, di origini pugliesi (il padre Carmelo era di Grottaglie, in provincia di Taranto), nacque a Verona e a tre anni si trasferì con la famiglia a Milano. Sin da giovane manifestò una certa propensione per le attività sportive, vincendo i campionati di nuoto della Gioventù Italiana del  Littorio, diventando campione lombardo di pugilato nel 1939 nella categoria pesi piuma e praticando tennis, calcio, bocce. Smise di studiare e fu radiotecnico, impiegato in banca, apprendista giornalista, caricaturista. si arruolò nella Decima Mas, partecipò ai combattimenti seguiti allo sbarco in Normandia e dopo la Liberazione fu prigioniero nel campo di Coltano (PI). La sua carriera attoriale ebbe inizio per caso, i suoi sketch, l’imitazione di Hitler (che gli costò il posto in banca) e la sua proverbiale capacità affabulatoria lo portarono ad avvicinarsi al mondo del teatro, soprattutto nella rivista. Mosse i primi passi nel cinema esordendo nel 1946 con un ruolo drammatico nel film Vanità, regia di Giorgio Pastina, fino ad arrivare al mitico Bellissima di Luchino Visconti, in cui recitò a fianco di Anna Magnani. L’aver appreso la lingua inglese lo agevolò anche all’estero: nel 1957 gira insieme ad Ava Gardner, David Niven e Stewart Granger il film The Little Hut, e fu questa l’occasione per offrirgli un ingaggio a Broadway, dove fu protagonista nel 1961 di un musical, The Gay Life. Ma è con la televisione che Walter Chiari trovò un mezzo a lui congeniale per esprimersi e dimostrare tutto il suo talento. Spettacoli di varietà, esibizioni, riproposizioni degli sketch teatrali (tra cui il famoso “Sarchiapone”) e la straordinaria abilità di raccontare le barzellette facendole diventare dei veri monologhi che superavano in complessità e durata i classici racconti stile Carlo Dapporto o Gino Bramieri. La carriera di Chiari ebbe numerosi momenti di stop, tra tutti quello del 1970, quando fu arrestato per una vicenda di spaccio di stupefacenti, da cui fu prosciolto dopo aver scontato 70 giorni di carcere. Tra qualche ritorno in tv e rare apparizioni cinematografiche, nel 1986, in occasione delle celebrazioni per “Firenze Capitale europea della cultura”, l’attore veronese fu protagonista di una performance insieme a Renato Rascel che fece epoca, la messa in scena di Finale di partita (Fin de partie) di Samuel Beckett per la regia di Giuseppe Di Leva. La scomparsa di Walter Chiari, avvenuta il 20 dicembre 1991, ha privato tutto il mondo dello spettacolo italiano di un grande artista, unico nel suo genere, impareggiabile, inaugurando così la successiva epoca di vacche magre (che tuttora continua), ossia di guitti senza talento, di cabarettisti afasici, di attori brutti e poco intelligenti, di improvvisatori del nulla…

© Marco Vignolo Gargini



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