Wanna Marchi e il megaspottone al bar del genero

Creato il 07 ottobre 2011 da Commarebradipina

Che i telegiornali italiani cadano ogni giorno di più nel ridicolo è un dato di fatto ormai da anni, ma che si mettano tutti insieme a fare un megaspottone all’attività commerciale del parente di una detenuta fa accapponare la pelle.

Chi ha avuto la sventura di guardare i tg oggi si sarà sicuramente sorbito almeno una volta un servizio su Wanna Marchi che, essendo in semilibertà, ha cominciato a lavorare nel bar del fidanzato di sua figlia.

 A differenza degli “eccellenti” giornalisti dei tg dei principali canali tv, noi evitiamo di dire il nome del locale e il luogo in cui si trova, tanto, se proprio lo volete sapere, vi basta fare un rapido giretto nella Rete o ripescare il servizio del capolavoro confezionato ogni giorno da Minzolini e i suoi sventurati dipendenti.

Tanto per cominciare, dire che Wanna Marchi lavora in un bar è una notizia del cazzo che non dovrebbe nemmeno essere data perché non dovrebbe importare a nessuno, e invece, grazie al potere dell’agenda setting, ora milioni di persone se ne interesseranno.

Magari quegli stessi milioni che fanno i provini per il Grande Fratello o guardano Uomini e donne e quindi sono totalmente incapaci di intendere e di volere. Forse anche quei dementi che, per esempio, andavano in pellegrinaggio ad Avetrana a vedere il garage in cui è stata uccisa una ragazzina.

Pensate a questi idioti che guardano la tv e ricevono dai telegiornalisti indirizzo e nome del locale in cui lavora una tizia che è in qualche modo famosa. C’è solo una parola per definire quello che è stato fatto oggi: una mega marchetta!

Il fatto è che è difficile pensare che il genero di Wanna Marchi abbia pagato tutti quei giornalisti e quindi la spiegazione è ancora più penosa: in Italia abbiamo giornalisti che non sanno scegliere le notizie né le sanno dare.

Va be’, non è una novità, ma ci si incomincia a stancare veramente di questa insipienza diffusa, di questa ricerca della spettacolarizzazione a tutti i costi, di questo voyerismo perverso. Almeno avessero avuto la decenza di non dire in quale strada si trova il bar… non ci sembra di pretendere molto!

Con indignazione,

la vostra Maria Francesca di Sales


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