Ed io ero quella che con questa bici si faceva 4 km al giorno con la pioggia o con il sole, equipaggiata di tuta idrorepellente, cucinetto di gel per il sellino, venivo qua in campagna il venerdì per passare il week end con Raul, mi ero comprata un portapacchi per farmi 45 sudatissimi kilometri pur di far cascare ai miei piedi Raul (una delle tre prove d'amore è stato effettivamente seguirlo per andare a trovare i suoi cugini senza sapere che Buñol sta in montagna, immaginate le altre due.... ).
Io ero una che sognava di notte dove poter andare con la mia bicicletta la domenica, se al Parco Naturale del Saler, oppure a pedalare da un museo all'altro, oppure andare a leggere nel parco
Sempre in prima linea alla massa critica, con Raul, senza Raul, insomma cercavo di non mancare mai tra i 250 paia di pedali che ogni primo venerdì del mese occupano il centro di Valencia
Prima 12 mesi di Italia dove quando ho provato a prendere una bici in mano per andare da mia mamma in ospedale sono stata centrata in pieno da un'auto, arrabbiata avevo scritto anche al Corriere.it e che potete leggere qua e mi erano arrivate così tante risposte beffarde (in mezzo a poche solidali) che Severgnini mi ha pure pubblicato la mia risposta a sti dementi SUV-dotati.
Poi la gravidanza.
Insomma tutta sta pappardella per dire che
E ovviamente abbiamo entrambi un bel casco giallo.
La mia bici è diventata famigliare. Non credo che me la sarei mai immaginata tale, 3 anni fa.
(come si nota Marc che pesa 10 kg oppure a me si sono atrofizzati i polmoni, sono arrivata alla Escoleta mercoledì sudata come un cammello e la lingua ridotta ad un tappetino -.-")