Wardrobe Renewal: lo svecchiamento che rinnova il tuo armadio

Creato il 25 gennaio 2012 da Abattoir

mercoledì 25 gennaio 2012 di Marilisa Dones

Stare al passo con la moda, si sa, richiede una particolare disponibilità finanziaria e un armadio particolarmente accogliente. Questo vale per i gli abiti come per gli oggetti.

Ad ogni cambio di stagione si tirano giù borsoni e spesso non si fa altro che “stipare” meccanicamente tutto quello che si è accumulato nel corso degli anni precedenti senza alcuna logica, per pigrizia. Magari, capita che quell’abitino che 4 anni fa vi entrava alla perfezione adesso non vi stia più, perché avete messo su qualche chiletto, ma di buttarlo via non se ne parla proprio, perché, che peccato, l’avete indossato solo una volta. Faccio un esempio: avete un vestito da sera che magari vi è costato mezzo stipendio. Non ha alcun senso darlo a persone bisognose perché, teoricamente, le occasioni durante cui può essergli utile sono quasi nulle. Che fare? Ha senso tenerlo a muffire in un angolo dell’armadio e guardarlo con aria sconsolata?

Beh, in molti paesi Europei e anche in Italia, ha preso piede una pratica che si fa ad ogni cambio di stagione che va a sostituire o rende complementare quella ben più inflazionata del dare gli indumenti che non si utilizzano in beneficienza. Parlo della compra/vendita di seconda mano.

L’idea parte dal presupposto che ciò che non serve più a noi potrebbe servire a qualcun altro.

Si tratta di organizzare ad ogni cambio stagione, o ogni qual volta si desidera una ventata di rinnovo, un vero e proprio mercatino dell’usato in cui si mettono in vendita oggetti e indumenti che rischierebbero di marcire in un angolo dell’armadio o di una scatola.

È interessante, a questo proposito, notare che secondo un’indagine della Camera di commercio di Milano, il mercato dell’usato in Italia ha subito un aumento del 34% negli ultimi anni. E attualmente sono quasi 3.500 gli esercizi commerciali che, nei vari settori, trattano articoli di seconda mano.

Quali sono i generi che si comprano maggiormente?

Il settore merceologico che va per la maggiore è quello del mobile antico e usato che è anche quello che ha registrato l’aumento più alto. A seguire gli oggetti per la casa e i vestiti usati, tra cui il vintage che – va detto – spesso può costare più del nuovo.

In questi ultimi anni sono aumentanti anche gli acquisti sportivi: bici, pattini, sci, abiti tecnici e articoli per l’infanzia.

Non va dimenticato anche il boom che si è registrato con siti internet quali eBay o Seconda Mano: infatti, buona parte di questi “affari” si realizzano sul web lasciando contenti venditore e compratore.

Esistono anche molti esercizi che si occupano di vendere gli articoli in “conto vendita” che consiste nell’affidare la propria merce a un esercente che li metterà in vetrina. Una volta venduti, darà una percentuale (di solito la metà) al venditore. Esistono molti franchising che effettuano questo servizio come Il Mercatino o Mercatopoli.

E se volessimo rendere divertente questa nuova pratica? Come fare?

Passo 1. Si fa una cernita di quello che si ha. Si conserva quello che effettivamente si pensa di usare durante la stagione corrente, si elimina (buttandolo) ciò che oramai “ha dato l’anima a Dio” (sì, parlo proprio di quei jeans consunti e sbiaditi che tanto ci piace conservare come cimeli) e si sceglie  tutta quella roba che, invece, o ci sta male o non abbiamo indossato e mai indosseremo o che semplicemente per i nostri gusti non va più bene o non ci serve più.

Passo 2. Si cataloga tutta questa roba, si valuta ciò che effettivamente è in ottime condizioni, si porta in lavanderia (se si tratta di indumenti) e si applicano dei cartellini indicando il prezzo (magari alla metà o meno di quanto le abbiamo pagate) e la misura.

Si crea un evento su Facebook e si invitano amici chiedendo loro di portare i propri amici, per visionare la propria mercanzia. Di norma lo smaltimento non avviene in un solo appuntamento, ma è opportuno dedicare due o tre giorni alla settimana per dare anche modo che la voce si sparga. Risulta carino preparare qualche dolce e offrire una tazza di te per gli avventori proprio per dare un senso di familiarità all’evento che non deve intendersi semplicemente come vendita ma anche un modo per scambiare opinioni o per rivedere vecchi amici.

In diversi paesi dell’Europa questa pratica è diventata un appuntamento fisso durante il quale è possibile recuperare qualche soldo per chi vende e fare qualche affare per chi compra e fare anche nuove amicizie.

Ma in una città come Palermo, dove il germe del consumismo e la sindrome del “chissà cosa pensa la gente se mi metto a vendere i miei vestiti? Mi prende per una pezzente” ha l’egemonia, questa pratica potrebbe incorrere in un insuccesso anche se molto utile e allo stesso tempo divertente.

Voi che ne pensate? Organizzereste un mercatino dell’usato o comprereste in uno di questi mercatini fai-da-te?

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