Warm Bodies – Isaac Marion: book vs. film

Creato il 08 marzo 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

Titolo: Warm Bodies

Autore: Isaac Marion

Editore: Fazi

ISBN: 9788876251221

Voto libro:

Voto film:

Trama: R è un ragazzo in piena crisi esistenziale: è uno zombie. Non ha ricordi né identità, non gli batte più il cuore e non sente il sapore dei cibi, ma nutre molti sogni. La sua capacità di comunicare col mondo è ridotta a poche, stentate sillabe, ma dentro di lui sopravvive un intero universo di emozioni. Un giorno, mentre ne divora il cervello, R assaggia i ricordi di un ragazzo. Di lì a poco, per lui cambierà ogni cosa; intreccia una relazione con la ragazza della sua vittima, Julie, e sarà per lui un’esplosione di colori nel paesaggio grigio e monotono che lo circonda. Perché l’amore per lei lo trasformerà in un uomo (e in un morto) diverso, più combattivo e consapevole. Di qui avranno inizio una guerra feroce contro i suoi compagni d’un tempo e una rinascita dalle conseguenze inimmaginabili.

Il dibattito: Warm Bodies è stato il secondo libro letto dal booksclub e proposto da me medesima. Un libro che ho voluto fortemente leggere per due motivi: 1) parlava di zombie 2) l’idea che tornano vivi mi intrippava 3) Ewan gli aveva dato due stelline.

Il fatto che io gli abbia dato mezza stellina in più è in realtà molto combattuto: volevo che questo libro mi piacesse e per molti versi è stato così, d’altro canto non voglio prendere in giro nessuno e confermare che sotto altri aspetti mi ha annoiata, se non delusa.

Ritengo che la storia di base di Warm Bodies fosse una bomba, l’idea dello zombie che ritorna a essere vivo era buona (e ancora poco sfruttata) e potevo vivere sapendo di stare per leggere dei riferimenti a Romeo e Giulietta. Quello che ho volutamente ignorato è stato il disclaimer “il nuovo Twilight zombie”, quattro parole che avrebbero dovuto almeno mettermi un po’ in guardia.

Diciamo che per metà testo il libro si comporta bene. La storia è gradevole, nonostante sia inframmezzata dai momenti stracciamaroni in cui Perry parla nella testa di R (Perry è il giovane proprietario del cervello che R si mangia come un chewingum), momenti che diversamente da me la critica ha apprezzato moltissimo, ma essendo io una persona senza cuore non potevo che annoiarmi.

Poi da metà libro la storia prende una svolta del tutto confusionaria e improbabile. A denti stretti ho accettato il fatto che l’amore fosse la causa del rinvenimento zombesco (vi ricordate delle famose quattro parole?), ma ho la mia idea che a un certo punto Marion non sapeva più come gestirsela e lo ha mandato in vacca.

Due stelline per l’irritazione, perché davvero questo libro aveva del potenziale.

Ho però imparato una cosa: MAI CONTRADDIRE IL GIUDIZIO DI EWAN.

Per quanto concerne il film, sempre come booksclub si è fatta una sortita al cinema e abbiamo registrato in seguito una videorecensione.

In tutto questo sono stata probabilmente l’unica a cui questo film è piaciuto un casino (finale a parte). Ho cercato di guardarlo slegandomi dal libro di origine e mai scelta fu più azzeccata, perché hanno davvero poco a che vedere l’uno con l’altro.

Non tanto per la storia, ma per l’impostazione iniziale: il libro vuole essere drammatico, ma il film è una commedia. Demenziale. Una commedia romantica sugli zombie volutamente idiota e mi ha strappato un sacco di ghignate.

Le battute erano divertenti, il ritmo giusto e la faccia da duckface del protagonista (belloccio per carità) era ridicolmente perfetta. Nel momento in cui M entra in scena armato di trattorino, urlare BRUCE WILLIS è stato l’apoteosi del divertimento.

I problemi del film però si sono visti nel finale: deficita esattamente come nel libro nonostante ne prenda una piega differente e vuole a tutti i costi finire bene e con un volemose bene. Mi auguravo che venisse risolto il buco lasciato nel libro o che ne prendesse totalmente le distanze, invece niente.

Almeno John Malkovich fa la sua porca figura.

Quattro stelline per il divertimento.


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