I Warriors partono in attacco e, grazie ad una leggerezza di Connacht nella prima touche (trovata grazie ad un ottimo calcio di Weir) guadagnano metri e una mischia a poco più di dieci metri dalla linea di meta avversaria. Adam Ashe, prospetto interessantissimo sia per il club che per la nazionale scozzese, ha subito modo di mettersi in mostra, ma la difesa irlandese tiene fede a quanto di buono fatto vedere finora e, conquistato il possesso con un ottimo lavoro al breakdown, può consegnare a Leader l’ovale per la liberazione.
I Warriors scelgono di difendere tenendo più giocatori larghi, senza affollare i breakdown, perché la fisicità di Connacht e, soprattutto, la velocità nel riciclo del mediano di mischia Porter, stasera in campo al posto di Marmion, possono causare guai seri.
Quando i Warriors hanno il possesso provano ad avanzare in velocità, sfruttando l’abilità di ball carrier dei propri avanti; da un’incursione di capitan Kellock, al rientro stasera dopo il recupero da un infortunio al braccio, nasce la prima vera occasione per gli scozzesi. Pyrgos ricicla veloce e dopo tre passaggi sulla sinistra Bennett va oltre la meta, ma Connacht si salva, perché il pallone è tenuto alto. I Warriors crescono col passare dei minuti, però, così come la pressione che iniziano a mettere sulla difesa avversaria. Attorno al quarto d’ora di gioco i Warriors vincono tre mischie chiuse consecutive; dall’ultima si stacca bene Harley, che vede Pyrgos sul lato chiuso. Il mediano di mischia vede Hogg in sostegno e l’estremo può andare in tuffo oltre la linea, per la prima meta del match (che Weir, nonostante il vento, riesce a trasformare).
Connacht risponde subito, con l’apertura Carty che si infila in un buco lasciato dalla difesa scozzese all’altezza della metà campo e, dialogando con Porter, arriva ben dentro i 22m avversari, salvo poi farsi intercettare il passaggio finale da Harley. La liberazione di Weir, però, è troppo lungo e i Galwegians mantengono il possesso palla; si riparte con una mischia con introduzione irlandese, da cui si sviluppa l’azione che porta alla meta degli ospiti. È il centro McSharry a marcare, sfruttando la superiorità numerica creatasi sulla sinistra d’attacco; il mediano di mischia Porter trasforma e Connacht pareggia.
La difesa dei Warriors continua a non impressionare e Porter la buca ancora, avanzando per parecchi metri prima di essere placcato nella metà campo scozzese; di contro, quando gli scozzesi avanzano fanno sempre paura. Le Aquile sono costrette all’indisciplina per fermare la velocità dei Warriors e Weir, dalla piazzola, può riportare avanti i suoi.
Che sarebbe stata una gara equilibrata era chiaro, ma che Connacht riuscisse a venire allo Scotstoun a giocare a viso aperto, non era così prevedibile. Gli sforzi dei Warriors, però, vengono premiati a tre minuti dal riposo, quando Pyrgos è bravo a portare pressione su Leader, intercettando il suo calcio e andando a schiacciare l’ovale in meta. Weir aggiunge i punti della trasformazione, nonostante il tentativo di ostruzione di Muldoon, e i Warriors vanno per la prima volta oltre il break.
Il primo tempo, però, dura molto più dei canonici quaranta minuti perché la testardaggine di Connacht consente agli irlandesi di conquistare il possesso e di creare un’azione di almeno quindici fasi, prima che Swinson riesca, con un ottimo lavoro in ruck, a recuperare la palla. I Warriors contrattaccano, ma la difesa di Connacht porta Lamont in touche e Blessano, il direttore di gara italiano, può mandare le squadre negli spogliatoi.
Dopo un primo tempo intenso, ci si aspetta una ripresa altrettanto combattuta, perché Connacht, quest’anno, ha dimostrato di non essere una squadra che “go down without a fight“.
Infatti gli irlandesi iniziano il secondo tempo con il piede pigiato sull’acceleratore, ma dopo sei minuti di pressione sono i Warriors ad andare in meta, ancora con Stuart Hogg servito (al limite del passaggio in avanti) da Bennett a finalizzare un’azione in velocità nata, anche stavolta, da un pallone rubato in ruck.
Ancora una volta, Connacht non sembra subire il colpo e, serrati i ranghi, torna alla carica. Vedendoli giocare, non stupisce la loro posizione attuale di classifica; il gruppo guidato da Pat Lam sta costruendo la propria autostima sulle prestazioni in campo, e le tre vittorie sono solo una conseguenza di questa attitudine.
Passano poco meno di dieci minuti, infatti, dalla meta subita prima che Connacht risponda. Gli irlandesi chiudono i Warriors nei loro 5m; dopo una serie lunghissima di pick-and-go, Porter esplora al largo e Leader va in tuffo alla bandierina per la seconda meta del match, prima che lo stesso mediano di mischia si incarichi anche della trasformazione.
Non c’è più un attimo di tregua. Attorno all’ora di gioco, DTH van der Merwe, servito alla perfezione da Pyrgos (dopo una mischia chiusa vinta dal pack scozzese) infila la difesa irlandese per la quarta volta, andando in tuffo a marcare la meta del bonus offensivo.
Connacht torna a spingere, sfruttando il grane lavoro del pack in mischia chiusa per guadagnare metri e costruirsi una piattaforma per provare a tornare in gara. Il pacchetto di mischia irlandese viene premiato al minuto 68, quando Blessano, al terzo reset di una mischia sotto i pali scozzesi, concede una meta tecnica per continue irregolarità dei Warriors. Porter trasforma, Connacht si avvicina ad un clamoroso bonus offensivo, risultato ottenuto su questo campo, nella stagione scorsa, solo da Edinburgh Rugby nel derby di ritorno. Gli irlandesi, protesi nello sforzo finale, commettono un’ingenuità con Muldowney che regala il pallone a Bennett; il centro si fa quasi ottanta metri di corsa prima di andare in tuffo per la quinta marcatura che chiude il match.
Glasgow Warriors 39
Connacht 21
Score: 18′ Hogg m Weir tr (7-0), 23′ McSharry m Porter tr (7-7), 30′ Weir cp (10-7), 37′ Pyrgos m Weir tr (17-7); 46′ Hogg m (22-7), 57′ Leader m Porter tr (22-14), 61′ van der Merwe m Weir tr (29-14), 68′ Connacht m tecnica Porter tr (29-21), 71′ Weir cp (32-21), 74′ Bennett m Weir (39-21).
Glasgow Warriors: 15. Stuart Hogg 14. Sean Lamont 13. Mark Bennett 12. James Downey 11. DTH van der Merwe 10. Duncan Weir 9. Henry Pyrgos 1. Gordon Reid 2. Pat MacArthur 3. Euan Murray 4. Tim Swinson 5. Al Kellock (C) 6. Rob Harley 7. Chris Fusaro 8. Adam Ashe Panchina: 16. Kevin Bryce 17. Jerry Yanuyanutawa 18. Rossouw de Klerk 19. Tom Ryder 20. James Eddie 21. Murray McConnell 22. Finn Russell 23. Tommy Seymour
Connacht: 15. Darragh Leader 14. Danie Poolman 13. Robbie Henshaw 12. Dave McSharry 11. Matt Healy 10. Jack Carty 9. Ian Porter 1. Denis Buckle 2. Dave Heffernan 3. Rodney Ah You 4. Michael Swift 5. Aly Muldowney 6. John Muldoon (C) 7. Eoin McKeon 8. George Naoupu
Panchina: 16. Shane Delahunt 17. Ronan Loughney 18. Nathan White 19. Quinn Roux 20. Mick Kearney 21. John Cooney 22. Craig Ronaldson 23. Fionn Carr
HT: 17-7
Note: 12C, cielo sereno, terreno in perfette condizioni.
Sin bin:
Man of the match: Henry Pyrgos (Glasgow Warriors)
Spettatori: 5821
Arbitro: Claudio Blessano (FIR)