Warzone 2.0, Recensione – Il seguito che non stravolge

Creato il 07 dicembre 2022 da Hynerd

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Warzone 2.0, Recensione - Il seguito che non stravolge

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Call of Duty

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Poco più di 2 anni fa ci siamo ritrovati tra le mani Call of Duty: Warzone, fortunatissimo capitolo free to play della saga che è riuscito a intrattenere milioni di giocatori in tutto il mondo e far tornare in auge la saga di Call of Duty, reduce da qualche anno sotto tono.
Dato l'enorme successo del primo capitolo Activision ha giustamente voluto creare un seguito, provando a ottimizzare la buona formula già rodata aggiungendo novità per provare a bissare il fenomeno di massa.

Poche convincenti novità

Come si può denotare dal nome, Warzone 2.0 è la diretta evoluzione del primo capitolo; troviamo quindi la sua stessa ossatura con qualche aggiunta, provando a migliorare il suo predecessore.

La prima grossa novità è la gestione dei loadout pesantemente rivista e depotenziata rispetto al passato. Se nel primo capitolo uno dei primi obbiettivi era comprare una cassa con il proprio equipaggiamento per poi poter usufruire delle proprie armi e di perk come fantasma o sangue freddo fin dagli inizi, ora sarà tutto più complicato.

In primis non sarà più possibile acquistare in negozio le casse ma solo le proprie armi singolarmente, sono poi diminuiti notevolmente i lanci di equipaggiamento da parte del gioco spostandoli solo verso la fine della partita. Tolte le casse aggiunte però le roccaforti, tre edifici governati dai bot che una volta conquistate consegneranno ai giocatori il proprio loadout. Conquistando per primi una roccaforte verrà consegnata una chiave di un sito nero, luogo difeso da bot super corazzati a proteggere alcuni dei migliori oggetti di tutto il gioco.

La seconda novità più importante e una modifica totale del gulag che passa da 1 vs 1 a 2 vs 2 dovendo allearsi con un giocatore casuale per prevalere sugli avversari e tornare in partita. Dopo 30 secondi nel gulag apparirà un juggernaut nella mappa, se sconfitto torneranno in partita tutti i giocatori sopravvissuti di entrambe le squadre. Novità interessante ma a nostro avviso il vecchio gulag era più punitivo e equilibrato per l'animo battle royale del gioco.

Infine abbiamo potuto osservare piccole modifiche nel gameplay come l'inventario rivisto, la necessità di riparare e rifornire i veicoli e l'aggiunta degli scontri a fuoco in acqua.

Catapultati ad Al Mazarah

Come abbiamo imparato con il primo Warzone i cambi di mappa sono sempre complicati, per esempio Caldera non è riuscita a lasciare il segno nei giocatori come sperato. La nuova ambientazione desertica però sembra ben distante da Caldera e ha il potenziale di far dimenticare Verdansk anche ai più affezionati.

Al Mazarah possiede 18 punti di interesse principali, tutti studiati in maniera maniacale da Infinity Ward. Ognuno di essi è ricco di dettagli e rende molto variegati i possibili scontri durante le diverse partite. Se i punti di interesse sono stati creati con cura non ci troviamo sullo stesso livello qualitativo per il resto della mappa, complessivamente non negativa ma comunque abbastanza anonima.
Una particolarità di Al Mazarah è la grande quantità di corsi d'acqua, principale motivazione per il maggiore sviluppo del gameplay subacqueo.

DMZ e il suo grande potenziale

DMZ è una nuovissima modalità per la serie di Call of Duty fortemente ispirata a titoli come Escape From Tarkov e simili.
Se in Warzone l'obbiettivo principale è sopravvivere fino alla fine della partita in DMZ sarà leggermente diverso, dovrete completare varie missioni all'interno della mappa al fine di collezionare un importante bottino per poi riuscire a fuggire. Sarete chiamati a completare i vostri obbiettivi scontrandovi con gruppi nemici sia reali che comandati dalla CPU.
In DMZ la morte sancirà la perdita permanente del vostro inventario anche nelle partite successive in compenso però sarà possibile mantenere tutti le armi e gli oggetti trovati se si riuscirà a completare la partita.

Comparto tecnico

Warzone 2.0 porta con se lo stesso comparto tecnico di Modern Warfare 2, possedendo però una mappa enorme rispetto a quest'ultimo, motivo per cui ci si poteva aspettare qualche incertezza. Dubbi messi subito da parte trovandoci davanti ad un buonissimo comparto tecnico, per lo meno con la configurazione PC con cui abbiamo potuto provarlo, e soprattutto un set di impostazioni grafiche sconfinato per adattarsi a moltissimi computer anche non più nuovissimi.

Come il fratello maggiore MW2 ci troviamo davanti ad un gioco graficamente bello e abbastanza pulito, che però non fa un salto netto rispetto al primo capitolo dovendo girare anche su console di vecchia generazione. Molto simile al primo Warzone anche il comparto sonoro che però risultava già estremamente eccellente e non fa altro che riconfermarsi come uno dei migliori comparti sonori in assoluto in ambito videoludico.
Unica menzione non troppo felice sono i menù del gioco leggermente confusionari e i tempi di caricamento leggermente lunghi, comunque nulla di troppo fastidioso.

Warzone 2.0, Recensione - Il seguito che non stravolge

Conclusione

Warzone 2.0 non è la rivoluzione dei battle royale, ma probabilmente nessuno si aspettava che lo fosse. È la giusta evoluzione del fenomeno di massa che è stato il primo capitolo, innovando qualche meccanica ma non modificando radicalmente il gioco. Ci è piaciuta particolarmente la modifica ai loadout rendendo le partite più competitive limitando i vari perk dei giocatori. Aumenta leggermente la difficoltà nei match diminuisce però troppo nel gulag permettendo potenzialmente a tutti e 4 i giocatori di salvarsi. Riteniamo invece tutte le altre modifiche, mappa compresa, molto interessanti, non distaccandosi troppo dalle buone basi di Warzone del 2019. Sarà quindi da vedere se riuscirà ad avere l'impatto gigantesco del suo predecessore o se il pubblico sia ormai saturo anche di Warzone, anche se secondo noi ha le carte in regola per rimanere nel cuore di vecchi e nuovi utenti.