E per la terza volta consecutiva, a risultare prima in questo ranking è stata la città di Washington. Lo studio, che si riferisce all’anno 2012, ha preso in esame ben sei gruppi di parametri, con diversi indici per ognuno, tra i quali troviamo, semplificando:
il numero di librerie, del nuovo e dell’usato, e il numero di iscritti all’ABA (American Booksellers Association);
il livello medio d’istruzione della popolazione;
la quantità di ordini di libri via Internet, assieme alle pagine di quotidiani online visitate, e al numero di famiglie in possesso di un e-book reader;
quantità di biblioteche, di volumi conservati e numero di impiegati nelle biblioteche stesse;
diffusione dei quotidiani, durante tutta la settimana;
numero di riviste edite.
Ci sarebbe da riflettere su un fatto molto semplice, riconosciuto anche da Miller, e cioè che uno studio di questo genere misura la quantità, più che la qualità. E quest’ultima, come sappiamo, può essere estremamente soggettiva.
Peraltro, si tratta di una classifica che mostra una sostanziale stabilità negli ultimi anni. Lo studio viene condotto dal 2003 e, a completare il podio, sin dal 2009 troviamo Seattle (risultata prima proprio in quell’anno) e Minneapolis.
E non manca qualche sopresa; ad esempio St. Paul, capolista nel settore delle librerie e in crescita nella graduatoria assoluta, o Plano, in Texas, prima per istruzione, ma quarantacinquesima nella classifica generale.
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