Oggi proponiamo questa interessante riflessione a cura di Gianluca Brembilla, Segretario Generale Provinciale del SIAP, Sindacato Italiano Appartenenti Polizia. Analisi che può essere estesa in ogni comparto professionale e delle vita privata di ognuno di noi.
Watchdog?
Dal 1981 la Polizia di Stato è stata smilitarizzata, i poliziotti possono costituire rappresentanze sindacali che devono (o dovevano e ancora potrebbero) diventare i cani da guardia della democrazia dell’Amministrazione (e contribuire a quella del Paese).
Naturalmente un buon cane da guardia deve avere delle qualità, fiuto, udito, attenzione, coraggio, forza, e poter girare libero nel proprio territorio. E poi abbaiare, forte quando serve. E mordere del caso. Cari colleghi, tutti noi possiamo giudicare cos’è oggi il sindacato in polizia ma credo che a nessuno sfugga che il sindacato è lo specchio della categoria. Se la categoria è frammentata lo è anche il sindacato. Il panorama sindacale di polizia è piuttosto vario: sindacati confederali, sindacati autonomi, sindacati mono-ruolo. E poi federazioni e confederazioni. Di tutto. E ancora alleanze e cartelli. Che a volte uniscono davvero. Altre che mettono assieme l’olio e l’acqua…
Occorre che ciascuno di noi prenda atto che i sindacati subiscono le pressioni che tutti noi esercitiamo con le nostre richieste, la nostra mancanza d’indignazione di fronte a certe cose, ecc… Cari colleghi, guardiamoci attorno: cos’è il sindacato dove lavoriamo. E poi guardiamoci dentro: ho contribuito con le mie scelte all’affermazione di quel modo di fare sindacato? O di quell’altro? Ho contrastato quelli pessimi? Li ho tollerati? Ne ho tratto vantaggio? Ho cercato le mie convenienze? Cari colleghi guardatevi attorno, osservate bene: quali sindacati si avvicinano alla definizione di “watchdog”? Quali no? Nel giornalismo, come nel sindacato, qualcuno c’è ancora. Altri preferiscono fare i cani da compagnia che un biscottino lo rimediano sempre.