Watchmen – The complete motion comic – Dave Gibbons, Alan Moore, John Higgins

Creato il 16 marzo 2016 da Maxscorda @MaxScorda

16 marzo 2016 Lascia un commento

Potrebbe “Watchmen” essere il fumetto piu’ importante di sempre?
Si potrebbe e se uso il condizionale e’ perche’ gli assoluti mi fanno un po’ paura. Potrebbe anche essere la piu’ importante opera letteraria mai scritta se mettiamo nel computo della stratificazione del testo anche quella dell’immagine.
La storia? Inizia come un giallo. Un anziano supereroe ormai in pensione viene assassinato. Si ricordano due formazioni di superuomini, una negli anni ’40 e una negli anni ’70. Lui, il Comico, questo era il suo nome, milito’ in entrambe finendo come agente del governo. E’ una Terra con una controstoria rispetto la nostra, laddove gli USA hanno vinto in Vietnam, Nixon e’ stato rieletto per oltre due mandati e quando Dott. Manhattan, il solo ad avere veri superpoteri, una specie di dio onnipetente se ne va, la Russia ne approfitta per invadere l’Afghanistan e il Pakistan.
Puo’ essere che tutto sia scollegato, oppure c’e’ un legame, un piano che cambiera’ la storia del pianeta.  In mezzo a tutto questo, le vite di decine di personaggi in 50 anni di storia americana, una girandola grazie alla quale l’intreccio prima incomprensibile, restituira’ l’immagine precisa della storia, la nostra storia, la storia del cosmo tutto.
E’ stupido persino che cerchi di riassumere, “Watchmen” va letto, riletto e riletto ancora.
Ogni volta che lo faccio e in oltre un quarto di secolo e’ accaduto tante volte, c’e’ sempre qualcosa di nuovo, solo l’emozione e la commozione restano le stesse. Ad ogni modo non parlo del live action, parlo del film… del fumetto.
Evidentemente anche per qualcun altro l’importanza di “Watchmen” e’ tale da non poter rimanere confinato su carta, percio’ e’ stato animato con una tecnica oggi desueta, cartoni letteralmente animati sullo stile dei vecchi “fumetti in tv” che qualcuno forse ricorda dagli anni ’70, ovviamente rivisto in computer grafica.
Motion comic, cosi’ la chiamano gli americani le tavole di Dave Gibbons animate, con tanto di fumetto, parole e in aggiunta una voce recitante, solo una, come una favola.
Servono cinque e passa ore di film diviso nei 12 capitoli della serie originale per restituire intatto il fascino del fumetto ed e’ una scelta semplice eppure la sola che poteva riuscire in tanto.
E’ la quadratura del cerchio, la totale fedelta’ all’albo e pur non sostituendo la lettura, nulla puo’, realmente, non si poteva fare di meglio. C’e’ la collaborazione di Gibbons e del colorista John Higgins e sorprendentemente ma fino ad un certo punto, non compare il nome di Alan Moore. Sappiamo la refrattarieta’ ad ogni traduzione delle sue opere in altre forme ma qui ha decisamente sbagliato, palesando una spocchia che poco ha a che fare col valore artistico. Insomma, spiace dirlo ma ha confermato la tendenza ad essere una primadonna e cio’ non gli fa onore. Il risultato finale non ne risente, pero’ ha poco senso.
Bello sino a commuovere ma non posso farci nulla, cosi’ e’ ogni volta che leggo quelle pagine e cosi’ sara’ sempre, non solo ritrovo la storia integra e sublime ma emergono nuovi particolari, minuzie che a migliaia e tutte da scoprire, rendono infinita la lettura e impreziosiscono la visione.
Cio’ che resta alla fine e’ la voglia di leggere ancora la serie e poi rivedere il film animato e cosi’ via, un piacere infinito, un capolavoro imperdibile in ogni forma possibile.

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