Origine: Svezia
Anno: 2013
Durata: 102'
La trama (con parole mie): Bobo e Klara sono due amiche per la pelle, inseparabili in quanto entrambe a loro modo outsiders nella geografia scolastica. Quando decidono di mettere in piedi una band, trovano in Hedvig la terza ideale compagna nella loro nuova lotta da musiciste punk: la ragazza, infatti, bravissima - al contrario loro - con la chitarra, è ugualmente emarginata perchè legata ad una cultura di famiglia profondamente religiosa e ad uno studio dello strumento fin troppo classico per un'adolescente.
Le tre ragazzine, a questo punto, si troveranno a porre le basi non solo per la band ed i primi pezzi da comporre, ma anche e soprattutto per i loro caratteri ancora in via di formazione tra scuola, musica, rapporti con i genitori e prime storie d'amore: quello che farà la differenza davvero, però, sarà la prima frattura tra loro e, in parallelo, il tanto atteso live.
I film di formazione, specie se ad argomento musicale e legato a quelli che sono, di fatto, outsiders dell'adolescenza - e che, di norma, finiscono per diventare le persone sulle quali puntare, almeno quando si tratta di coolness, negli anni a venire -, sfondano e sfonderanno sempre una porta aperta, qui al Saloon: per prima cosa perchè, come gli avventori storici ormai ben testimoniano, il sottoscritto in prima persona è stato parte della categoria ai tempi della sua prima giovinezza, e dunque perchè, da grande sostenitore ed amante dell'esperienza, trovo che il fatto di rimboccarsi le maniche e farsi un pò di culo tenda a formare meglio rispetto all'avere sempre e comunque la pappa pronta.La scorsa estate, a seguito della scellerata idea di progettare una Blog War con il mio antagonista Cannibal Kid che vedesse l'uno costretto a sciropparsi dieci titoli del genere favorito dell'altro, ebbi modo di incrociare il cammino di un cult teen sul quale non ero ancora riuscito a mettere gli occhi, Fucking Amal, che tra i titoli scelti dal Cucciolo Eroico finì per essere uno dei meno agghiaccianti, e che, come sottolineai nel post dedicato alla pellicola stessa, probabilmente se l'avessi visto in tempi non sospetti avrebbe finito per rimanermi nel cuore più di quanto non abbia fatto al momento della visione.We are the best!, che con esso condivide non soltanto il regista, ma anche la traccia che pare seguire fin dalle prime sequenze e nello stile, si inserisce nello stesso filone e giunge, di fatto e molto piacevolmente per il pubblico, agli stessi risultati, scegliendo di raccontare una vicenda piccola piccola e senza particolari sconvolgimenti che, ugualmente, cattura proprio per la sua semplicità, e per l'onestà del racconto legato alla crescita di tre giovanissime ed improvvisate musiciste alle prese con i primi dolori della crescita.Bobo, Klara ed Hedvig, infatti, con le loro diversità ed i contrasti pronti a venire a galla - splendido il lavoro sulla prima, introversa eppure pronta forse più delle altre a mordere la realtà ed il mondo esterno, ed allo stesso tempo quasi meschina nel nascondere sempre e comunque quelli che sono i suoi reali sentimenti - diventano fin dai primi minuti simboli di turbamenti, momenti di leggerezza quasi primaverile - nonostante il dichiarato clima invernale e l'atmosfera natalizia dell'opera - e piccoli drammi apparentemente insormontabili tipici degli anni che vanno dalle scuole medie alla fine delle superiori, e che finiscono per coinvolgere, in misura più o meno massiccia, tutti noi.Per la verità il lavoro di Moodysson non racconta nulla di nuovo, considerato anche il percorso dello stesso regista, eppure il piglio che sfrutta per affrontare uno scampolo di queste tre piccole ed a loro modo eroiche esistenze è talmente onesto e sincero da risultare quasi disarmante in senso positivo: una prova di questa sensazione l'ho avuta quando, nel corso della visione, che ha accompagnato una delle numerose sessioni di gioco con il Fordino, ho visto quest'ultimo catturato in almeno un paio di occasioni dalle performances delle ribattezzate "bimbe" e dall'atmosfera decisamente casalinga delle riprese.
La voce dell'innocenza, si potrebbe pensare.O forse, chissà, il più piccolo del Saloon potrebbe avere già un'anima punk.Previsioni del futuro del mio erede a parte, questo film andrebbe visto se non altro per la sensazione di benessere che procura senza pensare troppo a grandi storie o lieti fini: è una parte - decisamente piccola, se confrontata al percorso di un'esistenza intera - del cammino di tre ragazzine pronte a dare inizio alla ricerca delle proprie identità, ed a sfruttare l'esperienza del punk per comprendere per prima cosa loro stesse - emblematico, e raccontato alla grande, il passaggio dell'appuntamento con i ragazzi della band scoperta su una rivista locale -.Un titolo pane e salame dall'inizio alla fine, che seppur non perfetto, o grande, o qualunque termine altisonante vogliate utilizzare, è semplicemente, come le sue protagoniste, "il meglio".E poco importa se voleranno fischi o oggetti durante l'esibizione.L'importante sarà stato, come nei migliori concerti, esserci.Sempre.
MrFord
"They're forming in a straight line
they're going through a tight wind
the kids are losing their mindsthe Blitzkrieg Bop."Ramones - "Blitzkrieg Bop" -