Ispirato a una pellicola messicana del 2010, Somos lo qye hay diretta da Jorge Michel Grau, il film We Are What We Are è stato presentato al Sundance Festival di quest’anno. Tra gli interpreti, una ormai irriconoscibile Kelly McGillis, ormai dedita a film destinati ai circuiti meno mainstream rispetto ai suoi esordi.
Locandina
Trama
La signora Parker, muore apparentemente per un malore che la fa annegare, durante il diluvio che si sta abbattendo da giorni sulla cittadina in cui vive.
Il marito Frank, che gestisce un posteggio per camper, affida i compiti alla figlia maggiore, Iris, incaricandola tra l’altro di gestire la tradizionale settimana di digiuno che osserva la famiglia da generazioni.
Nel frattempo, in città scompare una ragazza, la terza nel paese, ma la trentesima nel raggio di 50 miglia. Dopo il ritrovamento di un osso, il dottor Barrow, padre di una delle ragazze scomparse, si metta a indagare, partendo proprio dal punto in cui è stato ritrovato il reperto.
La cena dopo il digiuno
Considerazioni
La cosa in primis che ho apprezzato di questo film, è che manca totalmente dei soliti meccanismi dei thriller di cui infarciscono il genere. Si può obiettare che sia lento, perché in effetti non è giocato sull’azione, sul solito detective che segue il caso per inchiodare i responsabili.
Tutto viene consumato nella piccola comunità, sferzata da piogge torrenziali cause del principio della catena che porterà a ritrovare i primi resti umani.
Quella a sinistra è Kelly McGillis. Sì.
Non ho visto la pellicola messicana, quindi non posso fare parallelismi, ma credo che questo sia un buon film con la giusta atmosfera, dove non si avverte se vogliamo la tensione a cui ci abituano di solito, bensì qualcosa di diverso.
Se avessero accelerato inserendo i cliches soliti, ne sarebbe uscito un film come tanti. Ho letto anche alcuni commenti di spettatori scontenti, non della lentezza, che in parte possiamo giustificare (se si è abituati al thriller hollywoodiano…), ma della mancanza dello spiegone della storia del diario e della famiglia di cui scritto all’interno. Signori miei, un po’ di fantasia, un po’ di coinvolgimento quando si guarda un film. Come nel finale di Prisoners, vi esorto a entrare in ciò che guardate, non aspettatevi sempre che qualcuno vi imbocchi facendo l’aeroplanino.