Cantautrice, attrice, scrittrice, ballerina, stilista, produttrice discografica e cinematografica e, dulcis in fundo, regista. Non le bastava essere la Regina del Pop, no...Ma se non sbaglio è così che funziona, quando hai tutto non ti basta mai e va a finire che vuoi sempre di più, per questo motivo forse la maggior parte di noi ha visto dietro la "Madonna-regista" (si, suona in modo buffo) un'impresa fin troppo ardua e presuntuosa. Chiacchiere a parte però, io ho visto il suo secondo film, W.E. - Edward e Wallis e la cosa che più mi ha sorpresa (la sola che mi interessa poi), sta nell'aver assistito a qualcosa di piacevole, ben fatto.
Si perché per quanto la critica possa aver massacrato il film, ritenendolo di gran lunga inferiore a quello dell'esordio Sacro e profano, io mi prendo il diritto di dire che nella storia rivista e personalizzata da Madonna, sulla storia d'amore più scandalosa che il Regno Unito ricordi, ci siano spunti interessanti per dare a questa donna un briciolo di credibilità dietro a quella macchina da presa. La storia è nota ai più, Wallis Simpson viene da un divorzio con un uomo violento e in dirittura d'arrivo anche con il secondo marito. Una non aristocratica che addirittura fece abdicare il trono a Edoardo VIII, divenuto poi Duca di Windsor. Parallelamente a questo amore che sconvolse un intero paese, un'altra donna e un altro spirito sofferente a causa di un matrimonio non certo felice. Wally Winthrop funge da riflesso sofferto e ossessionato di quello che fu l'amore di Wallis e Edoardo. Nella New York degli anni '90 fotografata con sentimento ed eleganza, efficace anche negli scambi spazio-temporali, da Hagen Bogdanski. Le due interpreti femminili, Andrea Riseborough e Abbie Cornish, rispettivamente Wallis e Wally, sono in perfetta sintonia con quest'opera ricca di chiari riferimenti alla vita della stessa regista.
Matrimoni da far gola alle riviste di gossip, così come i problemi legati alle vicende più sballate della vita di un'artista così esposta ai riflettori. Anche il tema, credo quello più drammatico e visivamente più forte, dell'inseminazione artificiale. Si sente molto l'eco della vita di Madonna, non a caso le protagoniste femminili dominano sullo schermo, mettendo in ombra anche attori piuttosto bravi come James D'Arcy e Oscar Isaac. Mi piace soprattutto, di questo film, il messaggio a tutte quelle donne che per ragioni varie sprofondano nelle ossessioni, tenute in vita dal continuo confronto con altre donne, altri amori, altri dolori. Al contrario di quanti critici e giornalisti abbiano affermato, ovvero che questo parallelismo sembra piuttosto inutile e superficiale, io dico che non lo è affatto. Tutte le volte che Wally nella sua sofferta immaginazione parla con Wallis, è come assistere al dolore di una donna che chiede, gridando, aiuto. Una donna che perde il controllo sul proprio destino arriva a convincersi che non è più padrona della sua vita, si abbandona e si aggrappa ad allucinate speranze che in qualche modo alleviano le sue pene. Questo però, finché la vita non ti offre una possibilità di essere ancora felice. Alla fine Wallis svanirà nel nulla, lasciando a Wally le redini della propria vita, libera ormai dai fantasmi e dalle ossessioni che fino a ieri, le alleviavano il male di vivere.
Tutto questo non è "inutile", almeno per me...