Forse la prerogativa di quel posto che chiamiamo a tutti i costi “casa” è quella di non sembrare mai diverso; non importa se per un anno o dieci te ne vai in giro a esplorare il mondo, quando torni l’impressione è di non essere mai partito.
E allora si ricomincia. Le mattine con sveglia ideale alle 9 – sveglia reale alle 10.30, faccende in casa, giri, pranzo, “devo studiare!!” – “si anche io… facciamo merenda?”, Dante e Saba (ebbene si, un anno dopo, ancora a preparare lo stesso esame… ), “andiamo a correre?”, ritrovarsi in taverna a fare gli esercizi “per rassodare” (“questa è la posizione del cane, me l’ha insegnata il mio allenatore..” – “???”). Arrivare alle 18 già distrutta, doccia ultraveloce, arrivare in ritardo in castello – ma ovviamente l’unico puntuale è Edo… pizza, tavoli e comande e comande e tavoli, sorbetto di mezzanotte, “ohhh sono arrivati altri 15, riaprite tutto!”…finalmente puntare la sveglia e leggere “l’allarme sarà attivato fra 5 ore” ……
DIeci anni dopo (quando fa sentire vecchia iniziare una frase in questo modo? parliamone..), siamo sempre le stesse, con gli stessi sogni e dei progetti un po’ più definiti….. e il cuore dappertutto ma che non si sa dove sia.