WEEK-END + 24 - Fine del mondo? Gli indizi crescono...
Creato il 09 agosto 2010 da Calcisulcalcio
Malgrado tutto sembra impossibile che il mondo possa finire, eppure da più di un anno la Terra ci dona indizi più o meno devastanti, tra terremoti e tzunami, onde anomale e nubifragi, tempeste e cicloni, monsoni e frane, eruzioni inaspettate, e un mese estivo che anziche contare introiti del mondo vacanziero, conta i morti in tutte le parti del mondo.
Dopo L'Aquila e Haiti, dopo il Cile, è ora la volta di India e Cina, dove i monsoni e i vari nubifragi mietono vittime giornalmente. Nel week-end un fiume di fango ha colpito la Cina che registra circa 130 morti e più di 2000 dispersi, analoga la situazione in India dove i morti salgono oltre quota 150. Eppure questi stati sono abituati da anni al periodo monsonico, ma non è bastato, la furia della natura si abbatte sempre più forte ogni anno come a cercare di rangiungere un culmine. Solo nell'ultimo anno si è arrivati a 2.100 morti in Cina a causa delle piogge torrenziali e il numero degli sfollati ammonta a circa 12.000, il numero è in crescita e non si vede luce alla fine di questo tunnel.Recentemente il vulcano impronunciabile dell'Islanda ha bloccato tutto il traffico aereo mondiale con le sue ceneri, e anche se le vittime in Islanda sono state molto contenute, ha comunque sorpreso come un fulmine a ciel sereno.Come se non bastasse, l'uomo ci mette del suo. Il disastro ambientale del golfo del Messico non è un caso isolato, certo le dimensioni non sono le stesse (per fortuna!), ma periodicamente a causa di guasti o collisioni tra navi petroliere, come in questo week end in India, migliaia di barili di greggio si riversano nei nostri mari e oceani, devastando flora e fauna, e andando ancora di più a minare l'equilibrio molto fragile fra uomo e natura. Circa 5.000 tonnellate di carburanti stanno uscendo a Mumbai dalla nave, riversandosi sulle coste. Si rischia il collasso ambientale anche in India, dopo quello in America.Se in Africa si registra la siccità maggiore degli ultimi 10 anni, e dove gli animali predatori sono costretti a scacciare i loro fratelli e figli dai branchi per sopravvivere, la situazione più assurda si verifica in Europa.Non si è affatto preparati ad un agosto all'insegna delle intemperie, nel week end appena trascorso siamo costretti a contare i morti del maltempo in Germania, Repubblica Ceca, Lituania e Polonia. Le piogge torrenziali e i venti forti hanno causato una serie di inondazioni fatali nel centro dell'Europa, si contano vittime e sfollati nel mese in cui tutti si aspettano caldo e sole, ed è emergenza.E infine c'è la Russia, il paese più freddo del nostro continente, alle prese col fuoco, il gigantesco incendio che attanaglia da giorni Mosca da molto da pensare. Si è recentemente scongiurato il pericolo dell'incendio accanto alle centrali nucleari, ma non si riesce a domare il focolaio principale che continua a diramarsi.Se tutto questo non vi ha dato spunti, provo a farvi riflettere io stesso.Quando le piante o gli animali si sentono minacciati, apportano dei cambiamenti repentini alla loro chimica, modificando il loro comportamento o producendo dei veleni che possano difenderli dal pericolo imminente. Il nostro pianeta da tempo bersagliato da inquinamento e deforestazione sta accusando il colpo e cerca di reagire, le stagioni stanno modificando il proprio essere, i fenomeni tettonici e atmosferici si stanno intensificando, siamo entrati in un vortice dal quale è molto difficile uscire.Conosciamo il problema dell'effetto serra, ma continuiamo ad inquinare, conosciamo il pericolo di costruire e abitare in zone sismiche o vulcaniche, ma lo facciamo comunque, sappiamo quanto sia importante non disboscare o costruire alle pendici dei monti per non provocare frane, ma ancora una volta ce ne freghiamo. Per tutte queste ragioni, e per quelle citate prima, come il disastro del golfo del Messico, stiamo diventando un problema per il nostro pianeta, e la Terra cerca di difendersi.Non sono un Maya, non sono un Egizio, non sono un astrologo o uno studioso, sono un semplice osservatore, e in ciò che vedo qualcosa non mi torna.
di Cristian Amadei
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