WEEK-END +24 - Follia a Genova, tifosi assediano la squadra

Creato il 23 aprile 2012 da Calcisulcalcio

Attimi di follia a Genova, dopo la quarta rete del Siena a Marassi, la frangia calda della tifoseria Genoana si è impadronita della tribuna sopra il tunnel che conduce al campo dagli spogliatoi, e ha iniziato un fitto lancio di petardi e fumogeni. 
La partita è stata sospesa e il capitano del Genoa, Marco Rossi è andato a parlare con i capi Ultrà che gli hanno intimato di togliersi le maglie poichè non degni di indossarle. La maggiorparte dei giocatori hanno tolto la maglia, ad eccezzione di Sculli e Frey. Solo grazie alla mediazione di Sculli con i capi tifosi si è riportata la situazione alla normalità e si è potuto riprendere la gara sospesa dall'arbitro Tagliavento per 50 minuti circa. 
Alla fine terminerà col punteggio di 1-4 in favore del Siena e le contestazioni continueranno fino a tarda sera a Genova. Il punto però è un'altro, si prova a parlare di stadi per le famiglie, di tornare allo stadio, di superare le barriere messe dalle istituzioni, ma prendere in ostaggio un'intera squadra per le brutte prestazioni in campo è follia pura. Così si rischia di allontanare ulteriormente le persone dallo stadio e lasciare il calcio in balia delle pay-tv, più di quanto non lo sia. 
Ogni tifoso è deluso quando la propria squadra non da il massimo, quando fioccano pesanti sconfitte, ma usare lo stadio come sfogo del disagio sociale non è ammissibile in un paese civile, altrimenti siamo al pari del terzo mondo, dove da una gara di calcio si è arrivati alla strage. 
 Il Newcastle, club storico del calcio britannico, nel 2009 è retrocesso dalla Premier League, lo stadio era pieno nelle ultime giornate, tutti tifavano e speravano in una salvezza che non è arrivata, civilmente, senza violenze. L'anno successivo il Newcastle ha vinto la Premiership ed è tornato prontamente a lottare in Premier League con lo stadio nuovamente stracolmo in ogni ordine di posti. L'ennesima lezione dal calcio inglese, se ce ne fosse ancora bisogno.
di  Cristian Amadei

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