Primo post dell’anno!
Mi piace credere che ci sia una reale possibilità di ricostruire, preservare e ridare la luce al passato.
Non ricordo più quando decidemmo, io e mio marito, di riservare per il primo dell’anno una ricorrenza per noi davvero speciale!
Parto dal raccontarvi una vicenda reale: molti non sanno che nel 1926 a Torino, Angela Nebiolo, importó nella nostra città, la tradizione americana di quel che fu successivamente chiamato da D’Annunzio il “tramezzino”. Questa è la storia del più affascinante budoir torinese e che vi invito ad approfondire quí. Riportato alla luce grazie alla famiglia Chessa, i quali discendenti, oggi, ne conservano in modo eccezionale, sia l’arredamento sia la tradizione culinaria dei coniugi fondatori Mulassano.
L’architettura liberty torinese è bellissima, e per ragiungere il caffè storico, ci piace percorrere la Galleria Subalpina, la cui costruzione fu basata sui passage parigini.
Il mio tramezzino preferito è indubbiamente quello all’insalata di aragosta, ma eccezionali sono altresi quelli ai gamberi e cuore di palma, al tartufo e mascarpone, moccetta e toma o acciughe e burro.
La nostra passeggiata prosegue in via Roma, eccezionalmente pedonale per le feste Natalizie! Ne approfittiamo per far giocare Vicky con le bolle di sapone, anche se é inverno, perché in fondo siamo tutti un po bambini! Ci piace pensare che questa ricorrenza durerà per sempre, non ha importanza quello che è accaduto, alla fine si ritornerà sempre lì, ed un giorno, spero, porteremo i nostri nipoti raccontando loro di come le tradizioni non siano poi così difficili da mantenere!
Buon Anno a tutti!
Zaira
Photo credit Zaira Chambers
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