Moonrise Kingdom, del resto, è strutturato come una sublimazione fantasiosa e amabile. Così entrano in scena le musiche di Benjamin Britten, cantore dell'infanzia e dell'innocenza "perduta", che accompagnano l'intero film. Dalla Young Person's Guide to the Orchestra, una delle più famose opere didattiche per l'infanzia, che vorrebbe in qualche modo indirizzare i giovani protagonisti del film alla conoscenza del mondo e, chissà, alle sue regole, al delizioso Playful Pizzicato dalla Simple Symphony e oltre, il compositore inglese è un po' lo spartito con il quale si misurano tutti i canti dei ragazzi. Ma la soluzione più fortunata di Wes Anderson consiste nella messa in scena - vista in parallelo - di Noye's Fludde, l'opera per giovani dilettanti che Britten scrisse nel 1957 e che parla di un diluvio ben più drammatico di quello che si trovano ad affrontare i personaggi di Moonrise Kingdom. Laddove la musica non assurge a sottorama, la colonna sonora accompagna comunque il girato con ironia e intelligenza (penso in particolare a Kaw-Liga di Hank Williams e Le Temps De L'amour di Françoise Hardy), conferendo alle situazioni e alle immagini una nuova vivacità.
Ben girato e molto ben recitato (con attori del calibro di Edward Norton, Bruce Willis, Bill Murray, Frances McDormand, Tilda Swinton, senza contare il narratore Bob Balaban), Moonrise Kingdom è un film molto godibile: purché, però, si accetti che sotto la briosa semplicità, Wes Anderson ha saputo orchestrare dinamiche affettive e sociali molto importanti e tutt'altro che appannaggio dell'universo infantile.