“E quando poi davanti a te si apriranno tante strade, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta.
Respira, aspetta, e aspetta ancora. E ascolta il tuo cuore,
Quando poi ti parla, alzati, e va dove lui ti porta”
- Susanna Tamaro-
Va dove ti porta il cuore
Sono fioriti i ciliegi a Washington.
E sembra essere definitivamente arrivata la primavera.
Seduta su un dondolo in terrazzo, la stessa pace inseguita in altri tempi, in altri luoghi: afferrata nella preghiera di un muezzin in un tramonto a Beirut, sfuggita nel caldo torrido della Giordania, ritrovata nei richiami lontani di una moschea di Calcutta, di fronte alla mia chiesa, lontana, dalla finestra.
E ora, qui, aspettando notizie dal cielo.
E intanto arriva, la primavera, inaspettatamente, in un soffio di fiori che richiamano frotte di gente: picnic, pallavolo, carrozzini e aquiloni di fronte al Tidal Basin, una lunga fila per i pedalò.
Non è forse questa anche casa?
Già troppo casa per non ricordarmi le belle sere di maggio, anticipate ad aprile a quanto sembra, col silenzio rotto da rumori lontani.
Ieri fuochi d’artificio, al ritmo di sacre musiche giapponesi. Per riportare la pace, insieme al sole di questo weekend di passeggiate, su una settimana intensa e difficile, più dentro che fuori.
Ho scoperto che finisce uno a zero per il mio egoismo quando fingo di voler accettare gli altri come sono, continuando a rimproverar loro le mie aspettative.
Ho tirato di nuovo i dadi in un’altra partita, anche se il risultato mi fa paura.
Ma stavolta non ho scelta.
E quasi notte...Shalom.
“Whatever happens tomorrow, pick up today”