"When I was young, it seemed that life..."

Creato il 24 febbraio 2012 da Pim

Breakfast in America dei Supertramp fu il regalo per i miei quindici anni. Non appena lo misi sul piatto, rimasi subito catturato dalla raffinatezza delle melodie che si susseguivano come un fiume in piena. Pop, sì, ma straordinariamente ispirato. E arricchito da rifiniture jazzistiche che in molti passaggi rivelavano, dietro la brillantezza sonora, un’intensità drammatica insolitamente lontana dagli stereotipi del genere.

Tante le canzoni memorabili: Goodbye Stranger, Breakfast in America, Take the long way home. The logical song resta però la mia preferita, arrangiata con un equilibrio e una perfezione da mettere i brividi: la voce distesa in falsetto di Roger Hodgson, l’inconfondibile piano Wurlitzer, il ritmo incalzante della batteria, l’assolo singhiozzante di sax che punteggia il disincanto descritto nel testo. Quel simple man ero io. E lo stupore confuso che allora provavo di fronte alla complessità del mondo non mi ha abbandonato.


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