Si dice che a James Douglas Morrison non gliene fregasse nulla della morte. Nel senso che non la temeva e che vedeva come inevitabile il fatto che la morte lo venisse a reclamare in giovane età. Tutto quello che a lui fregava era che, dopo la sua dipartita, i suoi versi potessero rimanere a testimonianza del suo passaggio. Se questa cosa è vera, allora Jim Morrison ha di certo ottenuto ciò che voleva. Ancora oggi si continua a parlare ovunque dei Doors e, ultimo tra milioni di altri, anche questo blog oggi dedica un piccolo spazio al Re Lucertola. Mi chiedo però a cosa serva scrivere un post sui Doors. Mi chiedo che senso abbia parlare di qualcosa che tutti sanno, di canzoni che tutti conoscono a memoria, di immagini che da sempre appaiono anche dove meno te le aspetti. Ma forse un senso questo post tutto sommato ce l’ha. Da quanto tempo non vedete qualcuno che sfoggia una maglietta con la faccia di Jim? Io non ne vedo più da almeno dieci anni. Da quanto tempo voi stessi non ascoltate un disco dei Doors? Siate sinceri. Scommetto che nemmeno ve lo ricordate. Da quanto tempo non vi riguardate il film di Oliver Stone che, nell’ormai lontana alba degli anni Novanta, sublimò quella voglia di Doors che i ragazzi di allora reclamavano a gran voce? Avanti! Quanti di voi pensano di essere vivi? Quanti di voi sanno di essere veramente vivi? E allora chiudete gli occhi. Vedete il serpente? Vedete apparire il serpente? Ha la testa lunga 10 piedi e larga 5. Ha un occhio rosso e uno verde. Ora andrà meglio. È lungo almeno sette miglia. Mortale. Lo vedete? Tutta la storia del mondo è sulle sue scaglie. Le persone, gli avvenimenti sono solo piccole immagini sulle sue scaglie. Dio, è grosso! Si muove. Divora le coscienze. Digerisce il potere. Mostro di energia. È un mostro. Baciamo il serpente sulla lingua. Baciamo il serpente, ma se avverte la paura ci ingoierà all'istante. Se lo baciamo senza paura ci porterà per il giardino e il cancello, dall'altra parte. Cavalca il serpente per l'eternità.
Nelle mie intenzioni era proprio del film di Oliver Stone che volevo parlare oggi quando, ormai due ore fa, mi sono messo davanti al computer e ho iniziato a tamburellare su questi tasti. Ma come si fa a parlare di Doors senza parlare dei Doors? Oliver Stone è riuscito a realizzare un biopic molto aderente a quelle che furono le reali vicende della band californiana. La descrizione della fanciullezza di Morrison, del suo incontro con Ray Manzarek all’UCLA School of Theater, dei i primi passi della sua band in versione live, del suo (loro) primo ineguagliabile album, fino al decadimento fisico e morale, sottolineato dalle celebri performance al New Haven Arena (quella del “Back Door Man”, per intenderci) e a quella già citata di Miami, quando Jim Morrison fu arrestato con l’accusa di essersi esibito nudo sul palco. Oliver Stone, si sa, è sempre stato un perfezionista, un maniaco dei dettagli: lo è stato con “Talk Radio”, con “JFK” e con chissà quanti altri che adesso non mi vengono in mente. Sulla base di quegli altri film mi dico che, se non fosse stato un ritratto veritiero di quegli avvenimenti, probabilmente Robby Krieger e John Densmore non avrebbero accettato di partecipare al progetto, tra l’altro apparendo in un cameo il primo e in qualcosa di più corposo il secondo. Unica voce fuori dal coro è sempre stata quella di Ray Manzarek, il quale ha sempre accusato Stone di aver voluto eccessivamente sottolineare gli aspetti negativi, in particolar modo quelli legati alla tendenza autodistruttiva di Morrison e, di riflesso, di tutta la band e, ancora più in generale, di tutta un’epoca. La verità? Di solito sta nel mezzo.
È innegabile che Stone abbia consegnato ai posteri l’immagine di un Morrison irresponsabile e alcolizzato, preferendola di gran lunga a quella del bluesman e del poeta, ma parliamoci chiaro, la spiacevole verità è che l’abuso di alcool e droga era diventato parte essenziale del “sistema dei divi” di quel decennio. Eric Clapton era arrivato addirittura a giustificarne l’uso dicendo che i musicisti vivevano ad un livello emotivo talmente intenso che solo l’eroina poteva garantire loro il giusto effetto analgesico. I ritratti dei personaggi incontrati da Morrison-Kilmer nel film di Oliver Stone non potevano essere molto diversi dalla realtà. Vi ricordate di quell’irresistibile Andy “McFly” Warhol? Quello di “È Andy che imita la vita, o è la vita che imita Andy?". Personalmente credo che il re della pop-art sia stato esattamente il tipo a cui si poteva far credere di poter parlare con Dio attraverso un telefono. Ma Jim Morrison non è solo questo. Morrison era un uomo di immensa cultura. Aveva riproposto in chiave blues tutti i grandi temi, dalla cultura greca classica (Sofocle, Euripide) al romanticismo (Rimbaud, Baudelaire). Il più delle volte è stato ahimè frainteso, accusato di oscenità impensabili, come successe (succede) a proposito del suo celebre “Father I want to kill you. Mother I want to fuck you”. Altre volte è stato accusato di ostentare perverse ideologie naziste. We’ll whip the horse’s eyes and make them cry! Ricordate quella scena del Morrison studente? Nietzsche ha detto: "Tutte le grandi cose, inizialmente, devono indossare maschere mostruose e terrificanti, per potersi imprimere nel cuore dell'umanità." Ascoltate, bambini, il suono della notte di Norimberga. Ella saluta lo sciamano e mette un panico sensuale. Si comporta come un invasato, è isteria professionale. Hai mai visto Dio, o Mandala o un angelo simmetrico? Con lo scolo abbiamo avuto la visione finale. L'inguine di Columbus pieno di morte verde. Le ho toccato le cosce e la morte ha sorriso. Questo mondo, un mostro d'energia, senza principio e senza fine. Similmente senza guadagno né aumento. Nulla svelando questo mondo ha voglia di potere e non c'è nient'altro.
James Douglas Morrison non c’è più. Se n’è andato il 3 luglio del 1971 lasciandoci un’eredità immensa e un sacco di questioni irrisolte. Nel mio piccolo oggi ho scritto un post che probabilmente non servirà a nulla e che non varrà nemmeno la pena di leggere. Forse anch’io sarò frainteso, ma va bene lo stesso. Dio è morto. Dio resta morto. E noi l'abbiamo ucciso (e l’ha detto pure Nietzsche).
Svegliati. Scrolla i sogni dai capelli. Scegli il giorno e il segno del tuo giorno, la divinità del giorno. È la prima cosa che vedi. Vieni a fare due passi. È una notte magnifica. Una vasta spiaggia sfolgorante e una fredda luna ingioiellata. Coppie nude corrono nella zona tranquilla. Ridiamo come teneri, folli bambini. Soddisfatti nei cervelli ovattati dell'infanzia. Scegli, canticchiano gli avi. È tornato il tempo. Scegli ora, cantano sotto la luna vicino a un lago antico. Entra di nuovo nella dolce foresta. Entra nel caldo sogno, vieni con noi. Ogni cosa è distrutta e danza. È bellissimo quassù! Ora son tornato nella terra dei giusti, dei forti e dei saggi. Fratelli e sorelle della pallida foresta, o figli della notte. Chi correrà alla caccia? Arriva la notte con la sua legione porpora. Ritiratevi, ora, nelle tende e nei sogni. Domani entriamo nella città della mia nascita, voglio essere pronto.