A volte è inspiegabile come il vento inizi il suo cammino. Corto o lungo che sia, il suo tragitto passa da te, e senza alcun avviso ti trasporta lontano da dove ti trovi.Il mio viaggio con il vento comincia a fine anno 2009, giusto prima di Natale. Il periodo in cui teoricamente passi il tempo con i tuoi familiari e con i tuoi amici. I quali, sapendo della tua partenza improvvisa, restano senza parole. Era una mattina non troppo fredda, un tipico giorno invernale di Catania, quando andai in aeroporto con mio padre e le mie valigie. Questa partenza sarà la mia prima vera, solitaria fuga dal normale e dalla consuetudine. Ricordo come fosse ieri tutte le sensazione mischiate che circolavano nella mia mente: emozione, avventura, paura, incertezza, dubbio, improvvisazione...Fu il mio secondo paese straniero quando, in volo, passai il confine inglese, cominciando a notare le tipiche case e i tipici campi verdi e tanta, tanta neve.L’inglese appreso a scuola sembrava un’altra lingua, all’apparenza diverso. Non mi aiutò molto, ma per fortuna non fu difficile trovare il modo per prendere il treno che mi avrebbe portato alla più grande metropoli europea. Un’ora circa di spettacolo visivo fuori dal finestrino, luoghi mai visti, gente tipicamente dall’aspetto nordico, migliaia di turisti, ma nessuno con cui poter parlare e condividere ciò che provavo.L’arrivo a Londra fu sconcertante: un giorno di bufera di neve, freddissimo, e io non ero particolarmente preparato a ciò. Palazzi enormi, come la metropolitana stessa, un labirinto e un caos di velocità con ritmi di vita completamente fuori dalla mia immaginazione.
Arrivai in ostello, nella zona di Paddington, in una stanza che avrei condiviso con uno sconosciuto. Come mi sentivo? All’inizio avevo molta paura. Solo, senza una sola persona che mi avrebbe potuto aiutare, senza un lavoro e soltanto con qualche soldo in tasca. Terribile. Questo fu l’inizio. Poco dopo conobbi un ragazzo con cui avrei condiviso per un mese la mia permanenza a Londra. Giorgio, da Como, fu trasportato, esattamente come me, da un vento che incrociò le nostre vite.Con lui cercammo invano un’occupazione, e nell’attesa ne approfittammo per goderci la capitale inglese e divertirci un pò. Passammo Natale e Capodanno insieme. Quest’ultimo fu uno dei più belli della mia vita. I milioni di persone presenti nella città scendono per la strada per celebrare l’anno nuovo e godersi gli ultimi momenti dell’anno passato. Fu un’esperienza incredibile. La zona del London Eye (una delle più grandi strutture a scopo turistico presenti nella città) era piena di persone che attraverso gli occhi di qualsiasi uccello in volo potevano apparire come un esercito di formiche in festa. Gente che non conoscevo mi abbracciava augurandomi un miglior 2010, gente ubriaca e felice, e la felicità stessa che si percepiva nell’aria. Bellissimo. Ma non perfetto, non potendo condividere quei momenti con qualcuno più vicino caro a me. A tutti i miei amici e parenti, mi siete mancati in quei momenti. Comunque, la gente aveva ragione. Fu un 2010 indimenticabile.
Tunbridge Wells, Kent, ad un’ora scarsa dalla capitale. High Rocks Restaurant, dieci minuti scarsi da Tunbridge Wells. La mia nuova avventura, un’altra storia...
Stefano