White Bird in a Blizzard
di Gregg Araki
con Shailene Woodley, Eva Green, Chistopher Meloni
Usa, 2014
genere, drammatico
durata, 91'
Del
filone cinematografico dedicato alle tematiche omossesuali Greeg Araki è
non da oggi uno degli esponenti più accreditati ma soprattutto di
maggiore visibilità. A lui si deve la rappresentazione più colorita ed
eccentrica di una sessualità che altri registi americani a cavallo degli
anni 80/90 avevano già esplorato - dal Gus Vant Sant de "Mala Noche" al
Jonathan Demme di "Philadelphia"- senza però raggiungere gli estremi
che nel bene e nel male appartengono alla poetica del cineasta
losangelino, da sempre cultore di antipodi che nel continuo saliscedi
di esaltazione e depressione individuano le contraddizioni dell' American Style of Life.
Una schizzofrenia che almeno nei suoi primi film, quelli che lo hanno
reso famoso ("Doom Generation" e "Exstasy Generation") sembrava nascere
dalla reazione alla paura rappresentata dalla diffusione del virus
dell'aids che proprio in quegli anni faceva segnare il picco della sua
drammatica espansione. Sul piano cinematografico ne risultava un cinema
quasi sperimentale, con narrazioni sincopate e messinscene surreali e
finanche grottesche, incentrate quasi esclusivamente su storie di
giovani senza arte ne parte. Vero e proprio contraltare ai laccati teen movie
hollywoodiani, il cinema di Greeg Araki, passata la tempesta, si è
progressivamente normalizzato, mantenendo inalterati i contenuti ma
rinunciando dal punto di vista formale agli aspetti più radicali.
"White Bird in a Blizzard" il suo ultimo film è in questo senso una
conferma, collocandosi in termini produttivi nei pressi di quel cinema indie
che ha perso da tempo la sua forza propulsiva ma che ancora riesce a
combinare e tenere insieme fattori apparentemente inconciliabili. Nel
film in questione infatti il motivo dominante è rappresentato dal vedere
in azione, in uno scenario assolutamente diverso da quelli in cui siamo
stati abituati ad ammirarla, Shailene Woodley, una delle nuove star del
firmamento hollywoodiano grazie film come "The Divergent" e "Tutta
colpa delle stelle " che sono la quintessenza di una normalità che
"White Blizzard" invece fa di tutto per scrollarsi di dosso.
A
cominciare dalla struttura della trama che dapprima ci lascia pregustare
una protagonista femminile del calibro di Eva Green, qui nei panni di
Eve, desperate housewife alle prese con un matrimonio fallito e
in competizione con la figlia adolescente, e poi, improvvisamente, e
dopo poche scene, ce la sottrae a causa di una misteriosa sparizione
che diventa il motivo scatenante di una serie di situazioni (scabrose)
lontane dal conformismo tipico del cinema mainstream. Per
continuare con la spiazzanti caratteristiche di una modernità che si
esprime attraverso l'atipicità delle figure di contorno - non solo gli
amici di Cat, vistosi e estroversi ai limiti del kitsch ma
anche il poliziotto senza mezzi termini interpretato da Thomas Jane - e
mediante un tono parzialmente raggelato, e che però si nutre degli
elementi più classici del melò hollywoodiano alla Douglas Sirk
(incarnato soprattutto dalla nevros di Eve e dal clima claustrofobico in
cui è immersa la vicenda), con il perbenismo americano (le tradizioni
famigliari e il decoro sociale) progressivamente svuotato dei suoi
valori dall'escursione emotiva e dalle pulsioni "ormonali" di Kat,
ragazza della porta accanto che si trasforma in una lolita seducente e
complicata.
Stratificazioni che Araki riesce a fondere in un dispositivo
semplice ma denso, in cui la linearità della progressione narrativa e
la sostanziale sobrietà della macchina da presa corrispondono
perfettamente alla manifestazione d'impotenza da parte dei personaggi,
tutti, in un modo o nell'altro, spettatori passivi delle proprie
esistenze. Una compostenza che non impedisce al regista di riprendere le
tematiche che gli sono più care, e che, soprattutto nel personaggio di
Kat, gli permettono di esplorare le contraddizioni di un'irrequietezza
esistenziale esorcizzata dall'esuberante appettito sessuale che da
sempre contraddistingue il mondo giovanile raccontato da Araki.Tra qualche giorno sugli schermi americani.