Buoni ultimi sono arrivati anche quelli nazionali, che liquidano bonariamente il loro ex idolo paragonandolo al nostro Uolter, invertendo i ruoli fino ad oggi stabiliti: è Obama ad essere il clone abbronzato di Veltroni e non questi ad essere la copia pallida dell'americano.
La mancanza di una forte leadership americana ha fatto in modo che le ex potenze coloniali inglese e francese , che ormai sembravano incapaci di una propria iniziativa politico militare, potessero invece imbastire e mettere in atto una riedizione della sciagurata crisi di Suez.
In modo più discreto gli inglesi, che hanno lavorato dietro le quinte, rifornendo di armi i ribelli della Cirenaica, in modo invece diretto i francesi, che hanno cominciato a bombardare la Libia ancora prima che l'Onu approvasse uan qualche risoluzione.
Ha fretta Nicolas Sarkozy, che i sondaggi gli sono sfavorevoli e spera di recuperare consenso con un successo politico militare, ma rischia però di rimanere con un pugno di mosche in mano, dal momento che proprio l'italietta tanto negletta potrebbe mettergli di fronte degli ostacoli insormontabili.
L'unico obiettivo che Sarkozy potrebbe raggiungere, potrebbe essere quello di aumentare la quantità di quella "racaille" che da incazzatissimo ministro degli interni aveva promesso ai francesi di spazzare via. Sono passati ormai sei anni da allora ma in Francia le automobili continuano ad essere incendiate esattamente come allora e la gente alle prossime presidenziali sta pensando di votare per Marine Le Pen.
Pare sia calcolato in 250.000 il numero di nuovi immigrati in procinto di arrivare in Europa dal nord Africa, in parte per effetto dei moti di queste ultime settimane.
La maggior parte non arriveranno però dalla Libia, paese con una popolazione di appena sei milioni circa di persone e con una discreta qualità della vita, grazie agli introiti del petrolio.
I migranti arrivano invece dalla Tunisia ormai liberata dalla dittatura di Ben Alì, e dai paesi vicini, e non possono avvalersi del diritto d'asilo che spetta ai profughi.
Sarà il problema di dove sistemare tutta questa gente a dominare la scena politica dei prossimi mesi, insieme a quella della spartizione delle riserve energetiche libiche, e non sarà di facile soluzione.
L'Italia ha invece la soluzione del suo problema a portata di mano: lasciare a coloro che approdano sulle nostre coste la libertà di raggiungere le destinazioni che essi preferiscono.
Vedremo allora se l'Unione Europea avrà qualcosa da obiettare.