Why don't you play in hell? = CAPOLAVORO

Creato il 16 aprile 2014 da Einzige
Si tratta di dire una cosa molto semplice e, per farlo, come oserete immaginare, userò una valanga di parole.
La cosa semplice, che poi sarebbe inutile ripetere giacché ce l'avete già bella in caps nel titolo, è che l'ultimo film di Sion Sono è un capolavoro cazzo merda.
Ci sono laghi di sangue.

Yakuza in versione commedianti demenziali e un frego autoironici.

C'è persino un Bruce Lee - la sua versione giapponese, meglio.

Una novella Beatrix Kiddo più giovane, più cattiva, più asiatica, più romantica.

Un cretino sbavante per la lei di cui sopra che funge da intromissione comica stile manga nelle belle due ore del film.

Ci sono una inverosimile banda di devoti al Dio del Cinema che vanno in isteria appena scoprono che la yakuza gli mette a disposizione uomini e danari per realizzare il Capolavoro.

Ci sono i laghi di sangue (sì, gli stessi di prima), che rievocano un ancestrale afflato di nostalgia, di collegamento immediato con il ciclo della vita-morte in un crescendo di accostamenti asimmetrici che, il senso di questo stesso ciclo, fanno implodere.
C'è, più d'ogni cosa, un regista di nome Sion Sono che gioca a fare il cinema, e si diverte, e si vede, e ci fa divertire pure a noi e ci dà una lezione di che sia il gran cinema, in un'annata già succosa e prelibata.
Insomma: c'è un gruppacchio di giovinastri della minchia, parecchio cazzoni, che aspettano l'occasione della vita per girare un filmone che s'incontra con le due anime del cinema exploitation giapponese, ovvero la yakuza e i samurai e il filmone (in un treno deragliato di discorsi meta-metacinematografici), ça va sans dire, lo fa il nostro Sion Sono.
Grazie a un Dio del Cinema per averci dato in dono questo adorabile matto.

(Ho allegato tante immagini a conferma che non sto delirando.)

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