Wikileaks: Cable Gate, l’alba del giorno dopo

Creato il 29 novembre 2010 da Paz83

Un evento mediatico che parte da internet, usa internet come canale di divulgazione dal basso, che usa alcuni giornali come supporto, attenzione: come supporto. Sarebbe interessante capire quanta gente nel mondo ieri era collegata davanti al pc intenta a seguire l’evoluzione dei fatti, a rilanciarla febbrilmente, senza quartiere, minuto dopo minuto. Oggi il Cable Gate lanciato da Wikileaks su internet è la notizia da prima pagina di tutti i giornali online o meno del mondo. Massimo Razzi su Repubblica lo definisce il giorno che ha cambiato l’informazione. I media tradizionali non sono il perno centrale, il fulcro della divulgazione, ma solo spalle, non i protagonisti principali. Così il Guardian o il New York Times ad esempio.

Scrive Sofri che:

È la cosa che si dice del terrorismo, no? Che il suo obiettivo – lo dice il nome – non sia la realizzazione di attentati, il numero di morti, il successo delle iniziative puntuali, ma la diffusione della paura, il radicamento della consapevolezza della propria esistenza. I terroristi vogliono far sapere che ci sono e che nessuno può sentirsi tranquillo perché possono colpire.

Il paragone si esaurisce ovviamente in questo aspetto – ci mancherebbe – ma per Wikileaks è uguale: non è pubblicare con successo scoop pazzeschi il suo fine, quello è il mezzo. Il fine è fare in modo che i governi, le istituzioni, i poteri, sappiano che non possono essere certi della segretezza delle loro scelte. Che capiscano che il tempo della riservatezza serena e garantita è finito: che niente di deprecabile o illecito potrà più essere fatto senza timore di essere scoperti. E in questo Wikileaks ha vinto già…

Ed è vero, nel bene o nel male, a seconda di come una la veda resta il fatto che le carte in tavola sono cambiate. E l’unico che ci ride su è Berlusconi.


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