Ieri mi chiedevo chi finanziasse tutto l’apparato organizzativo che ha portato alla ribalta Wikileaks e il suo fondatore e portavoce, Julian Assange. Ora sembra che qualcosa inizi a trapelare. (GF)
WIKILEAKS STIPULO’ UN ACCORDO CON ISRAELE RIGUARDO AI DISPACCI DIPLOMATICIdi LikiWeaksdal sito IndybayTraduzione di Gianluca Freda
Tutti noi vorremmo ovviamente sostenere Wikileaks e il suo fondatore e portavoce, Julian Assange, recentemente arrestato in Inghilterra in questa lurida guerra condotta dagli stati del globo contro la trasparenza e la libertà. Ma, tristemente, nel mondo della politica le cose non sono mai innocenti come sembrano. Secondo recenti rivelazioni, Assange avrebbe stretto un accordo con Israele prima del recente “cable gate” [il rilascio di documenti d’ambasciata di cui si parla da qualche tempo, NdT], il che spiegherebbe il motivo per cui le rivelazioni di Wikileaks “sono favorevoli ad Israele”, come ha dichiarato il Primo Ministro israeliano.
Diversi commentatori, soprattutto in Turchia e Russia, si sono domandati per quale motivo le centinaia di migliaia di documenti segreti americani rilasciati sul sito lo scorso mese non contengano nulla che possa mettere in imbarazzo il governo israeliano, quando gli stessi documenti contengono riferimenti a quasi ogni altro stato del mondo. La risposta sembra essere un accordo segreto stipulato tra l’uomo che è “il cuore e l’anima” di Wikileaks, come Assange una volta descrisse umilmente se stesso [1], ed alcuni funzionari israeliani, con cui ci si assicurava che tutti i documenti di questo tipo venissero “rimossi” prima che il resto fosse reso pubblico.
Secondo un sito arabo di giornalismo investigativo [2], Assange avrebbe ricevuto denaro da fonti israeliane semi-ufficiali e avrebbe loro promesso, in base “ad un accordo segreto e videoregistrato”, di non pubblicare alcun documento che potesse danneggiare la sicurezza di Israele o i suoi interessi diplomatici.
Le fonti del rapporto di Al-Haqiqa sarebbero ex volontari di Wikileaks che hanno abbandonato l’organizzazione negli ultimi mesi a causa della “leadership da autocrate” di Assange e della sua “mancanza di trasparenza”.
In una recente intervista al quotidiano tedesco Die Tageszeitung, l’ex portavoce di Wikileaks, Daniel Domscheit-Berg, ha detto che lui e altri dissidenti dell’organizzazione intendono lanciare la propria piattaforma di conroinformazione per portare a compimento l’obiettivo originario di Wikileaks, che era quello di una “condivisione senza limiti dei file”. [3]
Domscheit-Berg, che sta per pubblicare un libro sul periodo trascorso “all’interno di Wikileaks”, accusa Assange di comportarsi come un “sovrano” all’interno dell’organizzazione e di andare contro la volontà degli altri membri, “stringendo accordi” con i mezzi d’informazione allo scopo di creare un effetto esplosivo, tutte cose di cui gli altri membri di Wikileaks sanno poco o nulla. [4]
Inoltre, la brama di scoop con cui Assange mirava a conquistare le prime pagine dei giornali avrebbe impedito a Wikileaks di “ristrutturarsi” per far fronte alla crescita d’interesse verso la piattaforma, hanno aggiunto i testimoni. Ciò significa che le rivelazioni minori, che avrebbero potuto interessare la gente a livello locale, sono state lasciate in disparte per dare spazio alle storie più grosse. [5]
Secondo le fonti di Al-Haqiqa, Assange si sarebbe incontrato con i funzionari israeliani a Ginevra, all’inizio di quest’anno, e lì avrebbe stipulato l’accordo segreto. Il governo israeliano, a quanto sembra, aveva scoperto o sospettava che i documenti in fase di rilascio contenevano un gran numero di informazioni relative agli attacchi israeliani contro il Libano e contro Gaza, lanciati rispettivamente nel 2006 e nel 2008/9. Questi documenti, che si dice provenissero principalmente dalle ambasciate israeliane di Tel Aviv e Beirut, sarebbero stati rimossi e forse distrutti dallo stesso Assange, il quale è l’unica persona a conoscere le password per aprire tali documenti, hanno aggiunto le fonti.
In effetti, i documenti pubblicati presentano un “gap” che si estende su tutto il periodo di luglio-settembre 2006, durante il quale ebbe luogo la guerra di 33 giorni contro il Libano. E’ davvero possibile che i diplomatici e i funzionari americani non avessero commenti o informazioni da scambiarsi riguardo a questo evento cruciale e perdessero invece il tempo a “spettegolare” su ogni altra insignificante questione mediorientale?
Secondo un altro rapporto [8], gli esponenti di un giornale libanese di sinistra si sarebbero incontrati due volte con Assange per negoziare un accordo, offrendogli una “grossa quantità di denaro” per ottenere alcuni documenti relativi alla guerra del Libano del 2006, in particolare le trascrizioni dell’incontro tenutosi nell’ambasciata americana a Beirut il 26 luglio 2006, che è considerato un “consiglio di guerra” tra gli americani, gli israeliani e quei partiti libanesi che giocarono un ruolo nella guerra contro Hezbollah e i suoi alleati. Tuttavia, i documenti che gli editori di Al-Akhbar ricevettero in seguito partivano dal 2008 e non contenevano “niente di rilevante”, affermano le fonti. Ciò non fa altro che supportare le accuse relative all’accordo stipulato da Assange.
Infine, vale la pena di rilevare che Assange potrebbe aver fatto davvero ciò di cui è accusato al solo scopo di proteggere se stesso e di garantire che i documenti filtrati ottenessero la pubblicazione, in modo da svelare l’ipocrisia americana, che si dice sia la sua ossessione, “a scapito di obiettivi più fondamentali”.
Note:[1] http://www.wired.com/threatlevel/2010/09/wikileaks-revolt/
[2] http://www.syriatruth.info/content/view/977/36/
[3] http://www.taz.de/1/netz/netzpolitik/artikel/1/vom-hacker-zum-popstar/
[4] http://www.spiegel.de/international/germany/0,1518,732212,00.html
[5] http://www.spiegel.de/international/germany/0,1518,719619,00.html
[6] http://www.haaretz.com/print-edition/news/netanyahu-wikileaks-revelations-were-good-for-israel-1.327773
[7] http://www.time.com/time/world/article/0,8599,2034040-2,00.html
[8] http://www.syriatruth.info/content/view/986/36/